Ripristinata la scritta “Ama l'italia simbolo di libertà e di giustizia” al ricreatorio Padovan, presente l’On. Matteoni

Ripristinata la scritta “Ama l'italia simbolo di libertà e di giustizia” al ricreatorio Padovan, presente l’On. Matteoni

Oggi (venerdì 25 ottobre) è stato presentato alla stampa l'avvenuto ripristino della storica scritta "Ama l'Italia simbolo di libertà e di giustizia" sulla facciata che guarda al cortile interno del ricreatorio comunale Giglio Padovan.

Sono intervenuti il sindaco Roberto Dipiazza, gli assessori Elisa Lodi (Politiche del Patrimonio Immobiliare) e Maurizio De Blasio (Politiche dell'Educazione e della Famiglia), la deputata Nicole Matteoni.

Presenti inoltre i professionisti degli Uffici del Comune di Trieste che hanno seguito il progetto, tra cui il geometra Luigi Stocchi e l'architetto Cristina Odorico, la ditta esecutrice e una rappresentanza del Comitato Ex Allievi Ricreatorio Giglio Padovan.

I lavori sono stati direttamente eseguiti dalla ditta Giem Srl della restauratrice Isabella Ciccolo, assieme ai suoi collaboratori, per un importo complessivo di 10 mila (10.000) euro.

LE DICHIARAZIONI 

Ha dichiarato il sindaco Roberto Dipiazza: “Questo ricreatorio fu inaugurato nel 1908, in epoca asburgica, e assieme alla sua scritta rappresenta un tassello della storia della nostra città. Ama l'Italia simbolo di libertà e di giustizia è una frase fonte di ispirazione. Sono felice che questa Amministrazione comunale abbia scelto di restaurarla ed è un valore aggiunto il fatto che i risultati siano presentati alla vigilia del 70 esimo anniversario del ritorno di Trieste all'Italia. Domani, 26 ottobre, sarà per me un onore e un orgolio celebrare una giornata così importante da sindaco, così come lo è stato festeggiare il cinquantennale, vent'anni fa. I ricreatori inoltre sono tradizionalmente un fiore all'occhiello della nostra città, il restauro della scritta storica del Padovan ne arricchisce la valenza educativa e culturale a fruizione dei più giovani".

L'assessore Elisa Lodi ha descritto i dettagli tecnici dell'intervento (si faccia riferimento ai paragrafi successivi) e ha aggiunto: “Ringrazio l'onorevole Nicole Matteoni per aver presentato, all'epoca, l'emendamento nel Consiglio Comunale di Trieste che ha reso possibile l'avvio del lungo iter finalizzato al risultato presentato oggi; ringrazio inoltre il geometra Luigi Stocchi, l'architetto Cristina Odorico unitamente a tutto il personale comunale e della ditta esecutrice. Tale iter è passato attraverso un confronto positivo con la Soprintendenza che ha permesso di ricostruire la scritta in maniera filologicamente corretta, in base alla documentazione fotografica d'epoca. Presentare il restauro alla vigilia dell'anniversario del 26 ottobre è frutto di un composito lavoro di squadra che ha riportato alla luce un pezzo di storia della città”.

L'assessore Maurizio De Blasio ha affermato: “Oggi restituiamo alla città un pezzo della sua storia in un luogo che ne è parimenti parte integrante. I ricreatori furono ideati dai patrioti triestini di ispirazione mazziniana durante il Risorgimento italiano. Ricordare quelle persone non è un esercizio fine a se stesso, perché il servizio educativo comunale accompagna bambine e bambini in un percorso di crescita verso una cittadinanza piena e consapevole, maturando relazioni e senso di appartenenza al corpo sociale e civile della città e del Paese. In questo senso la conoscenza della storia è il punto di partenza per il progresso della comunità. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di quest'opera”.

“Tanta la soddisfazione per il riposizionamento, su mia iniziativa, dello storico motto patriottico “Ama l’Italia simbolo di libertà e giustizia” sul pronao della sede del Ricreatorio Padovan di via delle Settefontane. Ancor più bello che ciò avvenga in concomitanza con le celebrazioni per il 70º anniversario del ritorno di Trieste all’Italia, momento solenne per celebrare l’amore verso la Patria. Incredibilmente cancellata durante i lavori di restauro del 2000, la scritta - nella sua semplicità - racchiude il messaggio più bello che si possa trasmettere: proprio quello dell’amore per la patria, valore cardine e sacro che deve ispirare ogni cittadino della comunità nazionale. Il ripristino di questo pezzo di storia triestina, il cui iter è iniziato durante il mio mandato come Assessore all’Educazione e alla Famiglia, è particolarmente significativo per le vicende storiche della nostra città. Un atto dovuto ai ragazzi del Ricreatorio. Un atto dovuto a tutti noi”. Così commenta l’On. Nicole Matteoni, deputata e Segretario Provinciale Fratelli d’Italia Trieste

LA TUTELA 

L'immobile è assoggettato alle vigenti disposizioni di tutela. 

Nel 2022 è stato avviato un iter, a seguito del quale la Soprintendenza ha autorizzato il ripristino della scritta, a condizione di replicarla con dimensioni, grafia e colori simili a quelli originali, deducibili dalla documentazione fotografica storica. 

LA DOCUMENTAZIONE STORICA

Durante tale iter, approfondite indagini e analisi di documenti fotografici storici hanno evidenziato che la scritta sul frontone del pronao compariva a partire dagli anni Venti.

In seguito, nell'anno 2000, il ricreatorio fu soggetto a lavori di ristrutturazione e la scritta non fu riproposta.

Si arriva così all'attuale ripristino, effettuato nel corso del mese di ottobre 2024, con particolare attenzione posta sulla scelta dei caratteri, conformi alle immagini storiche.

IL DETTAGLIO DEI LAVORI 

La porzione di edificio oggetto del restauro aveva parti di intonaco rigonfiate, altre parzialmente rifatte, in modo impreciso. C'erano anche fessurazioni e fenomeni di esfogliazione della pittura o dello strato superficiale. È stato necessario innanzitutto consolidare le superfici interessate. 

In seguito si è provveduto alla rasatura di tutto il fascione e dei marcapiani al fine di rendere la superficie uniforme, procedendo poi con la tinteggiatura e la stesura della scritta. Sempre al fine di riportare la facciata allo stato originale, faretti e altoparlante sono stati spostati al di sopra della cornice del timpano. 

L’intervento in sé ha richiesto appunto circa un mese di lavoro.