Addio a Colostorto, il "boss" di San Giusto: Trieste saluta il suo gatto di quartiere
Stanotte Trieste ha perso un'anima libera e silenziosa che da anni vegliava sulla città dall’alto della scalinata Joyce. È venuto a mancare Colostorto, il gatto grigio del rione San Giusto, mascotte di quartiere, simbolo di indipendenza e custode invisibile della vita quotidiana di residenti e passanti. Per molti non era semplicemente un gatto: era el gato del rion mio, come scrive chi lo ha amato e accudito.
Colostorto era il boss indiscusso della zona, conosciuto e rispettato da tutti, tra un miagolio lento, un’occhiata sorniona e quel passo leggermente storto che gli aveva regalato il suo soprannome. Viveva libero, tra le auto parcheggiate, i vicoli in salita e i prati verdi sotto il colle, senza padroni ma con tantissimi amici.
La sua presenza era rassicurante. Per chi saliva la scalinata Joyce, uno sguardo a Colostorto era quasi un rito. Un piccolo cenno, un saluto muto a un compagno di strada. Non chiedeva nulla, ma dava molto: un attimo di tenerezza, un sorriso improvviso, la dolcezza di una quotidianità che sa essere gentile anche nelle sue forme più semplici.
Stanotte se n’è andato in silenzio, come è vissuto. Ma il suo ricordo resta inciso nella memoria di chi lo ha incontrato, accarezzato, fotografato. Le sue immagini continueranno a popolare i gruppi social di quartiere, le bacheche digitali dove i triestini raccontano la loro città, una carezza alla volta.
«Ciao amico mio, sarai sempre in questo gruppo, ricordato nelle foto eterne. Buon viaggio.» Con queste parole chi lo ha amato gli dà l’ultimo saluto, con la certezza che anche i gatti hanno un'anima, e che la sua continuerà a camminare tra i sampietrini di San Giusto, tra un muretto assolato e un’aiuola in fiore.
Colostorto non c’è più, ma resterà per sempre parte del paesaggio affettivo di Trieste.