“Angeli in divisa”: l’appello delle guardie giurate per il riconoscimento del loro ruolo

“Angeli in divisa”: l’appello delle guardie giurate per il riconoscimento del loro ruolo

Nel silenzio della notte o nel caos del giorno, 365 giorni l’anno, ci sono figure che operano lontano dai riflettori ma sempre pronte a intervenire: le guardie giurate. Sono loro, spesso in affiancamento ai sanitari del 118, a rispondere agli allarmi dei sistemi di telesoccorso, tutelando le persone fragili, sole o in condizioni di emergenza.

“Il più delle volte – spiega Christian Currò, segretario regionale FVG di ASGRI – sono proprio le guardie giurate a salvare la vita di queste persone. Chi vive solo sa che basta premere un pulsante e, in pochi minuti, arriverà un angelo in divisa pronto ad aiutarlo”.

Queste figure, infatti, non si limitano a vigilare su beni e proprietà, ma rappresentano un vero e proprio anello di congiunzione tra sicurezza e assistenza sociale, assorbendo la sofferenza di chi chiede aiuto e attivando i soccorsi necessari in situazioni spesso drammatiche.

Currò denuncia tuttavia un forte squilibrio nel riconoscimento istituzionale e retributivo del settore: “Alle istituzioni fa comodo avere questi angeli in divisa, ma quando si parla di adeguamenti salariali o giuridici, tutti fanno orecchie da mercante”.

L’appello è chiaro: riconoscere alle guardie giurate il valore sociale, umano e professionale del loro lavoro, troppo spesso ignorato dal grande pubblico e dalle stesse autorità.

“Il cittadino medio elogia giustamente le forze dell’ordine e di polizia – conclude Currò – ma non deve dimenticare che se un familiare fragile è ancora vivo, probabilmente lo deve a una guardia giurata che, rispondendo a un allarme, ha gestito una situazione tragica con coraggio e dedizione”.