Quarto Grado, il mistero delle scritte Resinovich sui sentieri: segnale o macabro scherzo?
Durante la puntata di "Quarto Grado" andata in onda venerdì su Rete Quattro e condotta da Gianluigi Nuzzi, si è tornati a parlare del caso di Liliana Resinovich, la donna scomparsa il 14 dicembre e ritrovata senza vita tre settimane dopo. In studio era presente il marito, Sebastiano Visintin, che ha raccontato la sua versione dei fatti e ha risposto alle domande sulla tragica vicenda che da mesi tiene con il fiato sospeso l’intera comunità triestina.
Il mistero del luogo di conservazione del corpo
Uno dei principali interrogativi riguarda dove sia stato tenuto il corpo di Liliana durante le tre settimane tra la scomparsa e il ritrovamento. Amici e familiari ipotizzano che sia stato conservato in un luogo dalle basse temperature, circostanza che potrebbe spiegare lo stato di conservazione del corpo al momento del ritrovamento. Il Carso triestino, noto per il suo clima rigido, è stato al centro delle indagini giornalistiche della trasmissione.
Le jazzere del Carso: un’ipotesi suggestiva
La trasmissione ha esplorato la possibilità che il corpo possa essere stato temporaneamente collocato in una delle antiche jazzere (ghiaccierie naturali), strutture usate un tempo per conservare il ghiaccio. Accompagnati da Oliver, un esperto della storia del Carso, i giornalisti hanno visitato alcune di queste cavità, constatando le temperature estremamente rigide che vi si registrano. "In passato si stoccavano migliaia di tonnellate di ghiaccio, alcune jazzere erano così efficienti da rifornire anche città lontane come Il Cairo," ha spiegato Oliver.
Nonostante la suggestività dell’ipotesi, la profondità e la conformazione delle jazzere renderebbero complicato il posizionamento e il recupero di un corpo. Resta quindi un dubbio aperto: si tratta di una pista plausibile o solo di una teoria difficile da dimostrare?
L’ipotesi dell’ex ospedale psichiatrico
Un’altra ipotesi sollevata durante la puntata è quella avanzata da Silvia, cugina di Liliana, che ha menzionato la possibilità che il corpo sia stato tenuto nella camera mortuaria dell’ex ospedale psichiatrico. All’epoca della scomparsa, alcuni locali sotterranei risultavano facilmente accessibili. "Non credo sia stato portato lontano. Potrebbe essere rimasto qui sotto per tutto quel tempo," ha dichiarato Silvia.
Le misteriose scritte sui sentieri del Carso
Un elemento inquietante emerso durante la trasmissione riguarda le segnalazioni fatte da Franco, un albergatore triestino, che camminando lungo il sentiero Russell nei pressi di Basovizza ha notato la scritta "Resinovich" tracciata con pennarello nero su sei cartelli lungo il percorso. Questi cartelli indicano sentieri laterali e sono distribuiti su un tratto di circa 1,5 km. La domanda che sorge spontanea è se si tratti di uno scherzo macabro o di un indizio lasciato volontariamente. La coincidenza temporale e la posizione delle scritte continuano a destare inquietudine.
Il ruolo del marito e i dubbi ancora aperti
In studio, Sebastiano Visintin ha ribadito la sua posizione, evidenziando la sofferenza che sta vivendo. "Cerco la verità come tutti voi. Anch’io voglio sapere cosa sia accaduto a mia moglie," ha dichiarato Visintin. Le domande restano molte: chi ha portato il corpo nel boschetto? È stato spostato da un altro luogo? E soprattutto: chi ha scritto quei nomi sui cartelli?
La puntata di "Quarto Grado" ha riacceso i riflettori su un caso che, nonostante i mesi trascorsi, rimane avvolto da misteri e contraddizioni.
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