SIULP FVG: “Meno agenti, più slogan. Ora servono fatti, non pacche sulle spalle”
Nel giorno dedicato alla Festa della Polizia, il SIULP FVG (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) ha diffuso un comunicato dai toni netti e inequivocabili, trasformando la ricorrenza in un’occasione di denuncia pubblica. Meno celebrazione, più realtà. Ed è una realtà che, secondo il sindacato, fotografa una sicurezza sempre più appaltata alla politica, sempre meno garantita da investimenti e organici concreti.
“La politica si appropria della sicurezza per guadagnare consenso”
Il comunicato evidenzia con forza come la sicurezza sia oggi diventata una materia “redditizia” in termini di consenso elettorale. “Il decisore politico – si legge – mantiene alta la soglia dell’attenzione, genera ansia e inquietudine, moltiplica Daspo e zone rosse, senza però affrontare i nodi reali: l’emergenza di organico, le condizioni di lavoro, la gestione del territorio”.
Secondo il SIULP, il sistema produce una percezione di insicurezza artificiale, su cui vengono costruite misure simboliche, come il blocco di quattro valichi di frontiera “in un Carso che è un groviera”. L’unico effetto reale, però, sarebbe il progressivo svuotamento delle forze in campo.
I numeri del collasso: meno 30% di agenti a Trieste, crollo anche a Udine, Pordenone e Gorizia
Tra il 2010 e il 2025, i dati forniti dal sindacato parlano chiaro:
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Trieste: da 559 a 427 poliziotti (-30%), da 30 a 18 tecnici (-67%)
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Udine: da 333 a 251 poliziotti (-33%), da 30 a 17 tecnici (-74%)
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Pordenone: da 173 a 157 poliziotti (-11%), da 22 a 8 tecnici (-63%)
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Gorizia: crisi pesante nei reparti speciali (Polfer, Polstrada, Polaria, Polizia di Frontiera)
Gorizia, in particolare, viene definita una delle situazioni più critiche, aggravata dalla gestione del CPR, il Centro di Permanenza per i Rimpatri, descritto come privo di DVR e teatro quotidiano di rivolte, atti di autolesionismo e aggressioni.
“Una festa che è una antifesta: servono interventi immediati”
Nella chiusura del comunicato, il SIULP chiede con forza un ripianamento degli organici, definendo il Friuli Venezia Giulia “non più un fanalino di coda all’estrema periferia del mondo”. Il riferimento è anche ai poliziotti di quartiere, oggi assenti ma un tempo attivi: “Erano 16, suddivisi in quattro zone, ma sono stati fagocitati dalla riduzione dell’organico”.
La richiesta è chiara: basta pacche sulle spalle e promesse, serve un piano concreto e immediato per restituire sicurezza reale e percepita ai cittadini. Una sicurezza fatta di presenza, competenze e uomini in divisa, non solo di parole.