Sabato USB in corteo: “Da Flex a U-Blox, mobilitazione contro crisi delle aziende triestine” (VIDEO)

Sabato USB in corteo: “Da Flex a U-Blox, mobilitazione contro crisi delle aziende triestine” (VIDEO)

L’Unione Sindacale di Base denuncia la crisi occupazionale nel settore industriale e annuncia la partecipazione alla manifestazione dell'8 febbraio

La mattina di mercoledì 5 febbraio 2025, l'USB - Federazione di Trieste ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto sulla crisi che sta colpendo il comparto industriale del capoluogo giuliano. Flex, U-Blox e Tirso sono solo alcune delle aziende che hanno annunciato chiusure e licenziamenti, mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro.

A prendere la parola è stato Massimiliano Generutti, esponente USB, che ha spiegato le ragioni della presenza del sindacato alla manifestazione dell’8 febbraio a difesa delle aziende triestine.

Generutti (USB): "Le leggi attuali non tutelano i lavoratori"

"Abbiamo deciso di partecipare con uno spezzone autonomo all’interno del corteo, perché vogliamo rivendicare una modifica delle leggi a tutela delle aziende e dei lavoratori", ha dichiarato Generutti.
"Il problema è strutturale: le leggi attuali non sono in grado di difendere neanche le produzioni di eccellenza del nostro territorio".

Il sindacalista ha poi sottolineato che la battaglia non si fermerà alla piazza: "Non ci limiteremo a protestare, porteremo le nostre richieste direttamente ai ministeri competenti per ottenere una riforma che impedisca altre chiusure e garantisca un futuro all’industria locale".

U-Blox Italia verso la chiusura, Oliva: "Un’eccellenza smembrata"

Alla conferenza stampa ha preso la parola anche Alessandro Oliva, rappresentante sindacale di U-Blox, azienda leader nel settore delle telecomunicazioni con 200 dipendenti, di cui molti ingegneri.

"Fino a dicembre ci era stato garantito un piano di rilancio per il 2025 e il 2026, poi a gennaio è arrivata la doccia fredda: la casa madre svizzera ha deciso di chiudere la sede italiana, mettendoci in liquidazione", ha spiegato Oliva.
"Parliamo di un’azienda altamente specializzata. Smembrare questo gruppo significa perdere competenze preziose per Trieste e per l’intero Paese. Le istituzioni devono intervenire affinché si trovi un acquirente che possa mantenere il nostro lavoro".

Flex e Adriatronics, centinaia di posti di lavoro a rischio

A raccontare la sua esperienza è stato anche Filippo Rossi, lavoratore ex Flex, ora Adriatronics:

"L’azienda ha cambiato nome da pochi giorni, ma i problemi restano. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un continuo dimezzamento della forza lavoro, fino all’ultimo annuncio: oltre 200 esuberi in vista. Questo non è solo un dramma per i lavoratori e le loro famiglie, ma per l’intero sistema produttivo della città".

Secondo Rossi, la crisi del settore industriale a Trieste è un segnale allarmante: "Queste fabbriche hanno una storia di decenni, sono state il cuore produttivo della città. Oggi assistiamo a una desertificazione industriale che avrà conseguenze gravissime sul territorio".

L'appello dell'USB: "Investimenti e piani industriali concreti"

Il messaggio lanciato dall’USB è chiaro: servono investimenti pubblici e privati per garantire la continuità produttiva e piani industriali che diano certezze ai lavoratori. Senza un intervento concreto, Trieste rischia di perdere un pezzo fondamentale della sua economia, lasciando spazio solo a precarietà e disoccupazione.

La manifestazione dell’8 febbraio sarà quindi un momento cruciale per far sentire la voce di chi sta vivendo sulla propria pelle le conseguenze di una crisi che sembra non avere fine.

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