Fuochi d’artificio a Trieste per Capodanno: tradizione o disturbo? Il dibattito divide la città
A Trieste, il Capodanno non è solo sinonimo di festa e celebrazione, ma anche di un acceso dibattito sui fuochi d’artificio. Da una parte, c’è chi li considera un simbolo irrinunciabile delle festività, capace di riunire la comunità in un momento magico. Dall’altra, cresce il numero di persone che mette in evidenza i disagi causati dagli scoppi, in particolare per gli animali e per le persone più fragili.
Le discussioni sui social non fanno che amplificare questa spaccatura, riflettendo sensibilità sempre più diverse all’interno della città. La tradizione, amatissima, sembra scontrarsi con una crescente consapevolezza verso il rispetto dell’ambiente e del benessere collettivo.
Un simbolo di festa per molti triestini
Per una parte dei cittadini, i fuochi d’artificio sono un elemento imprescindibile del Capodanno. Da Piazza Unità al lungomare, la tradizione di salutare l’anno vecchio con un cielo illuminato di colori è considerata da molti una celebrazione emozionante. “Trieste senza fuochi non sarebbe la stessa – afferma un utente sui social – vedere il mare e il cielo illuminarsi è un’esperienza unica, una vera magia”.
I sostenitori dei fuochi sottolineano il loro significato simbolico: un’esplosione di gioia per accogliere il nuovo anno e lasciarsi alle spalle quello vecchio. Molte famiglie triestine considerano i fuochi un momento speciale, soprattutto per i più piccoli, che guardano lo spettacolo con stupore. “I miei figli non vedono l’ora di alzare gli occhi al cielo per vedere i colori – racconta una madre – è un momento che aspettano tutto l’anno”.
Chi li difende sostiene anche l’importanza dei fuochi d’artificio come evento che rafforza l’identità triestina e attira turisti, contribuendo all’atmosfera unica della città durante le festività.
Le criticità: disagi per animali e persone fragili
Tuttavia, non mancano le critiche. Sempre più cittadini mettono in evidenza gli effetti negativi dei botti, soprattutto sugli animali domestici. “Ogni anno il mio cane passa la notte di Capodanno terrorizzato, e molti animali scappano impauriti, mettendo in pericolo anche la propria vita”, scrive un proprietario su Facebook. I post e gli appelli di chi chiede maggiore sensibilità verso gli amici a quattro zampe si moltiplicano, evidenziando quanto gli scoppi possano essere dannosi.
Anche le persone più vulnerabili soffrono gli effetti dei fuochi d’artificio. Bambini piccoli, anziani e chi vive con disturbi legati all’ansia o all’udito spesso subiscono il rumore come un grande stress. “Trieste deve riflettere su questo: per alcuni il Capodanno è solo un incubo – commenta un altro utente – sarebbe ora di pensare a soluzioni più rispettose”. Tra le proposte, molti suggeriscono di sostituire i fuochi tradizionali con spettacoli di luci silenziosi o coreografie di droni, che stanno riscuotendo successo in molte città europee.
Il ruolo delle istituzioni nella scelta
Le istituzioni locali non possono ignorare il dibattito. Negli anni, alcune città vicine hanno scelto di vietare i fuochi d’artificio tradizionali, optando per soluzioni più sostenibili e meno impattanti. A Trieste, tuttavia, il tema resta aperto. Da una parte, c’è chi sostiene che i fuochi siano un elemento centrale delle festività, un modo per mantenere vive le tradizioni e rendere la città attraente anche per i turisti. Dall’altra, cresce la pressione verso scelte più rispettose del benessere collettivo e dell’ambiente.
“Non è solo una questione di abitudine, è una parte della nostra identità – sostiene un residente – i fuochi d’artificio fanno parte del DNA di Trieste, e rinunciarci sarebbe come spegnere una tradizione che ci unisce”. Ma c’è chi pensa che le tradizioni possano evolversi. “Non dobbiamo rinunciare alla bellezza, ma possiamo trovare alternative che rispettino tutti”, commenta un altro cittadino.
Un compromesso possibile?
Mentre il brindisi di mezzanotte si avvicina, Trieste resta divisa tra chi ama i fuochi e chi chiede un cambiamento. La città potrebbe guardare al futuro trovando un compromesso che riesca a conciliare l’emozione di una tradizione luminosa con la crescente sensibilità verso gli animali, le persone fragili e l’ambiente. Riuscire a creare una celebrazione inclusiva e rispettosa potrebbe trasformare il Capodanno in un evento capace di unire davvero tutti i triestini.