Porto contro ovovia: per Governa (Azione) il Governo ha le idee confuse sulle priorità di Trieste
“Serve chiarezza su quali siano le vere priorità per Trieste: il Porto, infrastruttura strategica per il Paese, è ben più importante dell’ovovia”. È questo, in sintesi, il messaggio lanciato da Arturo Governa, vice segretario regionale di Azione FVG, che interviene con toni critici nei confronti delle recenti scelte governative e comunali.
Secondo Governa, la situazione che si registra in questi giorni agli ingressi dei terminal, con code di tir e congestione della viabilità, rende ancora più evidente la necessità di interventi urgenti e strutturali, in particolare nell’area della Stazione di Servola. Un nodo cruciale per l’efficienza logistica dello scalo, per il quale – sottolinea – non sono stati ancora confermati finanziamenti statali.
La priorità del porto
Governa critica la recente approvazione da parte della Giunta comunale della variante al piano regolatore per la realizzazione della cabinovia urbana, affermando che il progetto è diventato ormai un “feticcio elettorale”. L’ex assessore sottolinea come il Porto di Trieste rappresenti invece una realtà vitale non solo per il territorio, ma per l’intero equilibrio economico europeo, e che dovrebbe quindi godere della massima attenzione da parte del Governo.
Una scala di priorità discutibile
Il riferimento è anche agli annunci passati del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che nei mesi scorsi aveva dichiarato la disponibilità di fondi per l’ovovia. “Senza voler creare una contrapposizione tra le due opere – afferma Governa – non si può ignorare che il Porto ha un impatto molto più ampio e concreto sul futuro economico della città e dell’intera area adriatica”.
Fondamentale il ruolo di Regione e Comune
Governa auspica un cambio di rotta da parte delle istituzioni locali, chiedendo a Regione e Comune di far valere le loro relazioni con Roma per garantire che il Porto sia trattato come un’opera prioritaria. In particolare, si chiede di valutare la possibilità di utilizzare fondi del PNRR o, in alternativa, di reperire risorse come già avvenuto per l’ovovia.
“Non si tratta di fare battaglie ideologiche – conclude – ma di scegliere consapevolmente dove investire per garantire a Trieste sviluppo, occupazione e centralità europea”.