'Educazione sessuale alle superiori troppo tardi, sessualità si scopre a 10 anni' (VIDEO)
Durante una diretta su Trieste Cafe, condotta da Luca Marsi, il tema dell’educazione sessuale è stato affrontato con schiettezza e urgenza. Giovanna Bulli, rappresentante della Rete Studenti Medi Trieste, e l’opinionista Stefano Rebek hanno evidenziato le criticità legate all’assenza di un’educazione sessuale strutturata nelle scuole italiane, sottolineando la necessità di agire per il futuro dei giovani.
Un tema che non può più aspettare
"L’educazione sessuale non viene più fatta ed è un problema che ci riguarda da vicino," ha affermato Giovanna Bulli, annunciando una riunione pubblica per discutere di questo argomento, organizzata dalla Rete Studenti Medi Trieste. L’evento, che punta a coinvolgere studenti e cittadini, sarà un’occasione per portare al centro del dibattito una questione cruciale.
Stefano Rebek: "Iniziare alle superiori è troppo tardi"
Stefano Rebek non ha usato mezzi termini nel definire l’assenza di educazione sessuale nelle scuole italiane un “errore grave”. "Bisognerebbe iniziare già alle medie, quando i ragazzi cominciano a scoprire la propria sessualità. Aspettare le superiori è un passo indietro," ha dichiarato.
Rebek ha sottolineato che molti giovani, in mancanza di riferimenti affidabili, si informano su piattaforme inappropriate come i siti pornografici. "I ragazzi identificano la sessualità con una serie di frammenti visivi che non trasmettono rispetto, ascolto e amore. Questo crea una visione distorta delle relazioni," ha spiegato.
L’importanza di una formazione completa
Secondo Rebek, l’educazione sessuale non deve limitarsi all’aspetto fisico, ma deve includere temi come l’autostima, la conoscenza del corpo e la gestione delle emozioni. "Parlare di sessualità significa trasmettere valori fondamentali per la crescita personale, come la comprensione di sé e degli altri," ha aggiunto, definendo la sessualità come un elemento naturale della vita che non dovrebbe essere trattato come un tabù.
Rebek ha inoltre evidenziato come la mancanza di educazione sessuale sia legata a fenomeni preoccupanti come gravidanze precoci e difficoltà relazionali. "La sessualità è parte integrante della vita di tutti noi, e chi non la vive con consapevolezza perde una parte importante di sé," ha concluso.
Un appello al cambiamento
Il confronto ha messo in luce l’urgenza di riportare l’educazione sessuale al centro dei programmi scolastici. Giovanna Bulli ha sottolineato come iniziative come quelle della Rete Studenti Medi Trieste possano rappresentare un primo passo verso un cambiamento necessario, ma è essenziale che scuole, istituzioni e famiglie facciano la loro parte.
"Non educare significa abbandonare i giovani a un percorso incerto, spesso costruito su informazioni sbagliate," ha ribadito Rebek, lanciando un appello a un impegno collettivo per il futuro delle nuove generazioni.
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