ICS: "Dietro il calo della rotta balcanica respingimenti illegali e reti criminali in crescita"
ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà) ha diffuso un comunicato in cui analizza i dati recentemente pubblicati da Frontex sulla presunta riduzione dei transiti lungo la rotta balcanica. L’organizzazione sottolinea come tali numeri offrano solo una visione parziale del fenomeno migratorio, ignorando aspetti cruciali e realtà ben più complesse.
La crisi migratoria persiste: i paesi di origine in difficoltà
Secondo l’ICS, nonostante i dati di Frontex indichino una diminuzione dei transiti, i conflitti e le crisi umanitarie in aree come l’Afghanistan continuano ad aggravarsi, spingendo un numero crescente di persone a cercare rifugio. "I rifugiati si concentrano in paesi terzi dove mancano le tutele legali previste dal diritto internazionale, costringendoli a spostarsi nuovamente," si legge nel comunicato.
La contraddizione degli arrivi in Grecia
Il comunicato ICS evidenzia un dato contraddittorio: mentre Frontex parla di una riduzione dei flussi lungo la rotta balcanica, gli arrivi in Grecia, porta d’ingresso alla rotta, sono in aumento. Questo fenomeno è attribuito alle gravi carenze del sistema di asilo greco, già sanzionato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che spinge i migranti a spostarsi verso altre destinazioni.
Presenze invisibili e respingimenti illegali
L’apparente riduzione della presenza di migranti nei Balcani, secondo l’ICS, è motivo di forte preoccupazione. "La diminuzione visibile non è sinonimo di successo, ma riflette un aumento dei respingimenti illegali e una crescente strutturazione delle reti di trafficanti," afferma il comunicato. Questi fenomeni rendono i flussi meno evidenti, ma non meno pericolosi.
Una lotta ai trafficanti inefficace
L’ICS sottolinea come i dati Frontex non dimostrino progressi significativi nella lotta contro le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di migranti. "Le reti di trafficanti sono sempre più strutturate, dimostrando che le misure adottate non stanno risolvendo il problema, ma solo nascondendolo," ribadisce il comunicato.
Un appello per una visione più ampia
Il comunicato si conclude con un richiamo alla necessità di politiche migratorie che affrontino le cause profonde dei flussi e rispettino i diritti umani. "Dietro ogni dato si nasconde una storia di sofferenza: non possiamo permetterci di ignorare chi cerca protezione," sottolinea l’ICS, invitando le istituzioni a interpretare i dati con consapevolezza e responsabilità.
"La migrazione non si ferma, si trasforma. Serve un approccio che garantisca dignità e sicurezza a chi fugge da conflitti e persecuzioni."