Antartide, scoperto un eccezionale evento di fusione glaciale medievale: studio coordinato da UniTs

Antartide, scoperto un eccezionale evento di fusione glaciale medievale: studio coordinato da UniTs

Un evento di fusione glaciale senza precedenti, risalente al Periodo Caldo Medievale, ha lasciato tracce sorprendenti su un ghiacciaio della Terra Vittoria settentrionale, in Antartide. A rivelarlo è uno studio internazionale pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Communications Earth and Environment con il titolo A warming pulse in the Antarctic continent changed the landscape during the Middle Ages, che ricostruisce per la prima volta gli effetti di un repentino riscaldamento climatico avvenuto tra 900 e 989 anni fa, in grado di modificare profondamente il paesaggio antartico.

Lo studio, coordinato da Emanuele Forte (Università di Trieste) e da Mauro Guglielmin (Università dell’Insubria e Centro di Ricerca sui Cambiamenti Climatici), insieme a Maurizio Azzaro (Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche - CNR-ISP, Nicoletta Cannone e Alessandro Longhi (Università dell’Insubria e Centro di Ricerca sui Cambiamenti Climatici) e Ilaria Santin (ETH di Zurigo), documenta un fenomeno mai osservato prima: un’intensa erosione fluviale e il trasporto di sedimenti sulla superficie del ghiacciaio, originati da un deflusso d’acqua di fusione che arrivò a scavare un canale lungo almeno 4 chilometri.

Lo studio, infatti, mostra come l’acqua abbia generato un’impronta indelebile sul ghiacciaio, lasciando una discontinuità nella stratigrafia e accumulando sedimenti in un deposito gradato, chiara indicazione di un progressivo rallentamento del flusso d’acqua. A differenza degli attuali fenomeni di fusione osservati nell'Antartide orientale e sulla banchisa di Nansen, l'evento medievale rappresenta un caso eccezionale, avvenuto durante una fase naturale di riscaldamento climatico globale perché lo stesso ghiacciaio attualmente è permanentemente innevato e non presenta alcun segno di fusione superficiale, sottolineando ulteriormente l'unicità e l'importanza di quanto rilevato.

Questa scoperta offre una nuova prospettiva sulla stabilità dei ghiacciai antartici e mette in luce come anche brevi episodi di riscaldamento climatico, non sempre rintracciabili attraverso i tradizionali metodi di analisi paleoclimatica, possano provocare profonde e durature trasformazioni del paesaggio glaciale. I risultati evidenziano la sensibilità dei ghiacciai antartici ai cambiamenti climatici improvvisi e suggeriscono il potenziale impatto di fenomeni estremi dovuti al cambiamento climatico anche nel prossimo futuro.

 

Lo studio è stato svolto nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e attuato dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) per il coordinamento scientifico, da ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) per la gestione tecnica e scientifica della sua nave da ricerca Laura Bassi.