Palazzo Gopcevich celebra Omero Antonutti con la mostra-evento “Il tempo di Omero”
Un omaggio solenne a una delle figure più affascinanti del panorama teatrale e cinematografico italiano. Venerdì 4 luglio 2025 è stata inaugurata la mostra “Il tempo di Omero. Voce, corpo, sguardo di Antonutti”, allestita nella prestigiosa Sala “Attilio Selva” di Palazzo Gopcevich, nel cuore di Trieste. L’esposizione – visitabile gratuitamente fino al 12 ottobre – celebra il talento poliedrico e la carriera lunga sessant’anni di Omero Antonutti, indimenticato attore e doppiatore dalla voce inconfondibile.
Una mostra monumentale nel segno della memoria e della cultura
Curata da Paolo Quazzolo e Massimiliano Spanu dell’Università degli Studi di Trieste su idea di Franco Però, la rassegna è frutto di una sinergia virtuosa tra istituzioni e mondo accademico, promossa dall’Associazione Casa del Cinema di Trieste in co-organizzazione con il Comune di Trieste, e realizzata con la collaborazione dell’Associazione Culturale Omero Antonutti, delle Teche Rai, del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e del Mittelfest.
Alla cerimonia di inaugurazione, nel tardo pomeriggio, erano presenti l’Assessore alla Cultura e al Turismo Giorgio Rossi, il responsabile dei Musei Storici e del Museo Teatrale “Carlo Schmidl” Stefano Bianchi, e numerosi rappresentanti del mondo teatrale e cinematografico tra cui l’attrice Elisabetta Pozzi.
“Antonutti ha dato vita a interpretazioni iconiche che hanno segnato un’epoca – ha sottolineato l’assessore Rossi – ed è giusto che Trieste, città che lo ha adottato e amato, lo celebri con una mostra che ne restituisce la grandezza e il respiro internazionale”.
Un percorso immersivo tra palcoscenico e grande schermo
L’esposizione si snoda attraverso tre sale e offre un’immersione nell’universo artistico di Antonutti, partendo dal suo baule da attore, contenente la storica coppola di “Padre Padrone” e l’abito utilizzato in “Kaos” per il ruolo di Luigi Pirandello.
In mostra: manifesti teatrali, locandine cinematografiche, fotografie di scena, copioni annotati, premi ricevuti, documenti di viaggio, oggetti personali e memorabilia, molti dei quali provenienti dalla collezione privata dell’Associazione Omero Antonutti. Non mancano contributi visivi con materiali video rari, tra cui interviste, estratti da film, sceneggiati Rai e spettacoli teatrali. Arricchiscono il percorso gli scatti originali di Umberto Montiroli, fotografo ufficiale dei fratelli Taviani, e immagini tratte dall’archivio del Teatro Nazionale di Genova.
Una carriera leggendaria tra Italia, Spagna e mito
Dall’esordio al Teatro Stabile di Trieste negli anni ’60 fino ai capolavori firmati da Rossellini, Comencini, i fratelli Taviani, Angelopoulos, Saura, Amelio, Bellocchio e Giordana, la carriera di Omero Antonutti è un affresco di impegno, passione e cultura. Apprezzatissimo in Spagna, dove gli fu dedicata una retrospettiva nel 1988, è stato un attore dal respiro europeo, capace di coniugare intensità drammatica e levità poetica.
Oltre ai ruoli sul grande schermo – tra cui spiccano “Padre Padrone”, “Kaos”, “La notte di San Lorenzo”, “Romanzo di una strage” e “Hammamet” – Antonutti ha lasciato un segno indelebile anche come voce narrante e doppiatore. Indimenticabili le sue interpretazioni vocali per Christopher Lee, John Hurt, Omar Sharif, ma anche per film come “Il signore degli anelli”, “La vita è bella”, “Amélie”, “Kill Bill”.
L’eredità di una voce unica e di un attore totale
Con oltre 70 sceneggiati radiofonici, numerosi spettacoli teatrali e letture d’autore, Antonutti è stato una figura centrale della scena culturale italiana ed europea. Il suo timbo possente, come lo definiva Tullio Kezich, resta impresso nella memoria collettiva.
“È un attore che ha dato moltissimo alla cultura italiana – ha ricordato Stefano Bianchi – e la sua figura incarna una triestinità colta, profonda, aperta al mondo”.
Informazioni pratiche
La mostra “Il tempo di Omero. Voce, corpo, sguardo di Antonutti” sarà visitabile con ingresso libero dal 5 luglio al 12 ottobre 2025, dal mercoledì alla domenica, con orario 10-18, presso Palazzo Gopcevich – Sala Attilio Selva, via Rossini 4, Trieste.