“Bevete, restate all’ombra e occhio ai fragili”: Trieste attiva il piano contro la calura estiva
Con l’arrivo delle prime giornate torride, è stato ufficialmente attivato il Piano Operativo Emergenza Caldo, lo strumento istituzionale pensato per fronteggiare le criticità legate all’aumento delle temperature nel territorio giuliano-isontino. L’obiettivo è chiaro: proteggere le persone più fragili e coordinare in modo efficiente tutti i servizi sociosanitari coinvolti nella gestione dell’emergenza.
Sorveglianza rafforzata per le categorie più vulnerabili
Secondo quanto indicato nel piano, tra le categorie più esposte agli effetti delle ondate di calore figurano anziani, bambini, donne in gravidanza e persone con patologie croniche, che tendono ad adattarsi più lentamente al caldo. Tuttavia, viene sottolineato come anche le persone sane e attive possano risentire pesantemente delle alte temperature, soprattutto in caso di esposizione prolungata.
Le raccomandazioni per difendersi dal caldo eccessivo
Tra i consigli principali che vengono ribaditi alla popolazione:
- Bere frequentemente anche in assenza di sete, almeno 1,5 litri al giorno, evitando bevande zuccherate o alcoliche
- Indossare abiti leggeri, ampi e in fibre naturali come il cotone
- Uscire solo nelle ore più fresche, preferibilmente la mattina presto o la sera
- Consumare pasti leggeri, prediligendo frutta e verdura fresca
- Limitare l’uso di elettrodomestici che producono calore come forno, phon o ferro da stiro
- Fare docce tiepide per rinfrescarsi, evitando sbalzi termici
- Arieggiare la casa nelle ore serali o all’alba
- Mai lasciare persone o animali in auto al sole, nemmeno per brevi soste
Un piano su misura per il territorio
Il Piano è stato strutturato tenendo conto delle peculiarità del territorio triestino e isontino, con una rete di servizi pronti ad agire tempestivamente per garantire assistenza, prevenzione e supporto agli utenti più esposti.
Un’attenzione particolare sarà riservata al monitoraggio quotidiano delle condizioni meteo e al coordinamento costante tra le strutture socioassistenziali, per intervenire in modo rapido ed efficace laddove necessario.
L’emergenza caldo non è soltanto una questione climatica, ma un tema di salute pubblica e responsabilità collettiva, per il quale viene chiesto il massimo impegno sia da parte delle istituzioni che dei singoli cittadini.