Siulp: "L’ufficio immigrazione della Questura di Trieste troverà una casa adeguata?"

Siulp: "L’ufficio immigrazione della Questura di Trieste troverà una casa adeguata?"

"L’ufficio immigrazione della Questura di Trieste troverà una casa adeguata? Oggi assistiamo nuovamente ad una levata di scudi locale che rappresenta l’ipocrisia dell’intero globo-terraqueo. Una solidarietà pelosa ove l’accoglienza è recessiva rispetto alla cura del proprio orto domestico. Sia chiaro che non siamo eccezione a quanto accade in ogni ambito degli Stati Uniti d’Europa ove a parole sono tutti disponibili, ma quando c’è da firmare un accordo di redistribuzione vincolante, scatta l’art. 323 del codice penale europeo in cui è preponderante la paura della firma. Giù le mani da dublino! Il gattopardo insegna che quell’accordo non s’ha da modificare e noi rimaniamo con il cerino in mano. Ciò accade su base regionale ove il Prefetto ha avuto ed ha enormi difficoltà di redistribuzione dei “pacchi umani” perché dalle altre regioni province e comuni si alzano le barricate. Cari migranti nessuno vi vuole nel suo giardino questa è la verità. Meno chiaro invece il fatto che la politica locale sia in controtendenza con quella regionale che invece ha già stanziato i fondi per la costruzione del plesso a San Saba unitamente a quelli stanziati dal Ministero ed al fatto che il suolo è già di pertinenza della Polizia di Stato. Questo ufficio ha altresì una delle gestazioni più lunghe della storia (dopo il ponte sullo stretto ovviamente ed il tram de opcina) posto che se ne parla da almeno una decina d’anni ed ancora non siamo arrivati a quagliare nulla. Ciò che invece è sotto gli occhi di tutti sono i bivacchi a cielo aperto in piazza libertà e le file antistanti il Teatro Romano, due luoghi di passaggio e biglietti da visita di una bellissima città che meriterebbe ben altro. La costruzione ed il decentramento dell’ufficio immigrazione è invece necessaria e vitale per superare delle criticità oramai non più gestibili nell’attuale sede, sia in termini si safety che di security. Il nuovo approdo andrebbe a beneficio dei migranti, della cittadinanza e dei Colleghi che potrebbero trovare degli uffici degni di tale nome. Con spazi adeguati e condizioni più in linea con il d.lgs 81/08. In termini di sicurezza sarebbe sicuramente un passo avanti anche per i residenti che vedrebbero in sede un numero maggiore di poliziotti pronti ad intervenire in caso di necessità in quanto, all’interno della cittadella della sicurezza di San Saba, vi sono oramai numerose articolazioni quali il Comm.to di PS, la Polizia Stradale gli Uopi, l’UPGSP e gli accasermati che sarebbero pronti ad intervenire alla bisogna in tempo negativo. Auspichiamo che l’antico adagio del no se pol lasci spazio al buon senso e si arrivi ad una gestione condivisa dell’epocale fenomeno che passa anche da soluzioni logistiche non più procrastinabili. Continuare a far finta di nulla rimandando alle Kalendas Graecas invece pare una non-soluzione, così come lasciare completamente allo sbando il fenomeno dal punto di vista dell’integrazione porta ad una sempre più acuta ghettizzazione che riverbera i suoi nefasti effetti sull’attuale situazione. Sia chiaro che nessuno ha la formula magica in tasca, ma di certo un punto di equilibrio tra le due posizioni antitetiche va perseguito posto che fino ad oggi l’approccio muscolare puro pare non abbia portato i frutti sperati ed è sotto gli occhi di tutti. La storia ci insegna che migrazioni non si fermano, né con i muri né con le leggi sempre perdenti rispetto alla fame, ma vanno gestite con intelligenza".

A riferirlo Il Segretario Regionale MANIAGO