Il Comitato NO ovovia: «Dal Comune solo propaganda. Rassicuriamo i cittadini: continuiamo a lottare per fermare il progetto»
Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato NO ovovia:
"Il Comitato NO ovovia replica alle dichiarazioni del Comune di Trieste in merito alla chiusura della Valutazione Ambientale Strategica.
«Il comunicato emesso dal Comune per la chiusura della VAS, come al solito da tre anni a questa parte, annunciava che nulla osta ormai alla realizzazione dell’opera, ma si tratta di propaganda. La realtà è ben diversa, e ancora una volta come Comitato NO ovovia vogliamo informare correttamente i cittadini: l’iter rimane complesso e soggetto a ulteriori passaggi e pronunciamenti che possono bloccare la realizzazione dell’opera - afferma William Starc, Coordinatore del Comitato NO ovovia -. L’Amministrazione comunale prosegue, come se non fosse successo alcunché, nei procedimenti amministrativi e tecnici volti a consentire la realizzazione della Cabinovia, ma la comunicazione del Ministero della perdita del finanziamento PNRR perché il progetto non rispetta il principio del DNSH, in mancanza di risorse alternative, avrebbe dovuto già essere sufficiente a consigliare la Giunta comunale di non procedere. Tanto più che stanno per essere discussi al TAR i ricorsi presentati dai residenti e dalle Associazioni ambientaliste, e il progetto non rispetta le disposizioni della Direttiva Comunitaria Habitat, recepita tutti i livelli legislativi, per le zone di Natura 2000.Dobbiamo prendere atto che, invece, viene ripreso il procedimento volto a portare all’attenzione del Consiglio comunale la Variante n.12, essendo stata approvata la scorsa settimana la deliberazione inerente la Valutazione Ambientale Strategica, adempimento necessario per l’approvazione dello strumento urbanistico».
«Sitamo valutando di ricorrere nelle sedi opportune per accertare le responsabilità contabili di tutti coloro che hanno avuto parte negli impegni di spesa per predisporre il progetto - annuncia Starc -. Non potendo più disporre dei finanziamenti PNRR, infatti, gli ingenti costi sostenuti dovranno essere coperti dal Bilancio comunale, scaricando sui contribuenti l’aggravio contabile e sottraendo così risorse preziose ad altri interventi più utili. A nostro avviso tali spese vanno imputate non ai cittadini ma a coloro che, nonostante sia stato segnalato che non sussistevano i presupposti per proporre l’opera in quanto non rispettava i dettami di legge, hanno continuato nell’utilizzo di risorse pubbliche».
«Nelle ultime settimane - prosegue Starc -, si sono tenute iniziative inerenti il recupero del Porto Vecchio e sull’evoluzione del trasporto Pubblico a Trieste, promosse da Italia Nostra, dall’Ordine degli Architetti e da Associazioni a esso affiliate. In queste occasioni è emerso in modo incontestabile quanto sia fuori contesto il progetto della Cabinovia, sia sotto gli aspetti funzionali trasportistici che paesaggistici ambientali, elementi sempre evidenziati sia nel Dossier tecnico predisposto dal Comitato sia nei ricorsi presentati al TAR. Inoltre, è stato pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica un articolo che, riprendendo il lavoro iniziato dal prof. Fermeglia e approfondito da ricercatori delle Università di Maribor (Slovenia) e Trieste, conferma che la realizzazione della cabinovia non ridurrebbe le emissioni di CO2, smentendo quindi in modo inequivocabile i motivi adotti per giustificare la deroga alle disposizioni normative che vietano la realizzazione degli impianti a fune nelle zone di Natura 2000. Tale studio verrà inviato ai soggetti competenti, confidando in una presa d’atto seria e risolutiva per rivedere quanto asserito fino ad oggi per avallare il progetto e altresì sarà allegato a supporto delle nostre ragioni nelle sedi giudiziarie nazionali ed europee».
«Ci teniamo a infondere fiducia e rincuorare tutti coloro che in questi tre anni ci hanno seguito, appoggiato, sostenuto economicamente, partecipando agli eventi da noi promossi ed esprimendo le proprie opinioni in merito al progetto sul quotidiano locale. Sono ormai passati tre anni da quando è stato presentato il progetto al Centro Congressi in Porto Vecchio, e alla luce di quanto dimostrato in questi oltre mille giorni sarebbe il caso di accantonare questo inutile, impattante, insostenibile, illegittimo, insicuro progetto», conclude William Starc."