Ricorso al TAR contro la Galleria Sauro: 'I benefici sono irrisori e i costi esorbitanti'
Un nuovo capitolo si apre nella vicenda del raddoppio della Galleria Sauro, con la presentazione di un ricorso al TAR da parte del G.A.G. Gruppo Alternative Galleria. Durante una conferenza stampa tenutasi in Piazza Oberdan presso il Palazzo della Regione FVG, Piero Metullio e Sergio Norbedo, rappresentanti del gruppo, hanno illustrato le principali ragioni di contrarietà al progetto. La loro posizione è chiara: il raddoppio della galleria risulta essere un’opera insostenibile e inconcludente, che non apporterebbe alcun beneficio concreto alla cittadinanza.
Le ragioni del no al raddoppio della Galleria Sauro
Piero Metullio ha espresso critiche riguardo alle risposte fornite dal Comune di Muggia alle osservazioni sul progetto presentate in Conferenza dei Servizi. "Le controdeduzioni sono state inadeguate. L’opera proposta non risolverebbe i problemi legati alla viabilità e alla congestione in via Roma. I benefici stimati sono minimi: solo 14 secondi di miglioramento in inverno e 5,5 secondi in estate, come dichiarato dai progettisti stessi", ha affermato Metullio. Questo, a fronte di un investimento stimato di 20 milioni di euro, che potrebbe salire durante i lavori, per non parlare dei disagi previsti durante gli anni di cantiere.
Un impatto insostenibile sulla città e sui residenti
Metullio ha anche sollevato il problema dell’aumento del traffico in via Roma, che, con il raddoppio della galleria, rischierebbe di diventare un'ulteriore barriera per la città. "Il progetto aumenterebbe il traffico e ridurrebbe la pedonalità in una zona fondamentale della città, con la sostituzione dei quattro attraversamenti pedonali con tre semafori. Un miglioramento che, di fatto, non risolve nulla", ha sottolineato. Inoltre, l'analisi sulle alternative proposte non è stata nemmeno presa in considerazione, nonostante le richieste fatte dai cittadini e le discussioni in Consiglio comunale.
L'opzione zero: senza raddoppio ma con soluzioni pratiche
"Perché non considerare l’opzione zero?", ha chiesto Metullio. "Ripristinare la circolazione pre-ordinanza del 1998 e mantenere il tunnel con la manutenzione ordinaria sarebbe una soluzione più economica e meno impattante, che non richiederebbe un investimento da 20 milioni di euro". L’alternativa, secondo il gruppo, è una pedonalizzazione temporanea del Mandracchio che potrebbe migliorare la situazione senza la necessità di un intervento così costoso e dannoso per l’ambiente e la viabilità cittadina.
Impatto ambientale e mancanza di garanzie per i residenti
Il ricorso al TAR non riguarda solo la parte economica e viabilistica, ma anche le valutazioni ambientali insufficienti. Secondo Metullio, le analisi relative al rumore e alle vibrazioni generate dai lavori sono state insufficienti e non tutelano adeguatamente i residenti. "Gli edifici che si trovano nelle vicinanze del nuovo tracciato della galleria potrebbero subire danni e non ci sono garanzie concrete per la loro protezione", ha aggiunto Metullio.
Il ricorso al TAR: una speranza di giustizia per la collettività
Sergio Norbedo, coautore del ricorso, ha spiegato che l’obiettivo del ricorso è di verificare l'iter amministrativo e autorizzativo seguito per l’approvazione del progetto, e di sospendere le procedure finché non sarà fatta una valutazione più accurata. "Chiediamo che vengano considerati i presupposti e le alternative del progetto, l’impatto ambientale, e che venga rispettato il principio di proporzionalità tra i benefici e i costi", ha dichiarato Norbedo. Il gruppo si dichiara fiducioso nel fatto che il TAR accoglierà il ricorso e che una nuova valutazione possa portare a una soluzione che rispetti meglio le esigenze della collettività.