Il Carducci-Dante si mobilita per difendere il Liceo Linguistico: "No allo scorporo"
La RSU del Liceo “Carducci-Dante” di Trieste lancia l’allarme su un progetto di riorganizzazione scolastica che, se attuato, comporterebbe lo scorporo dell’indirizzo linguistico per trasferirlo al Liceo Petrarca. Una proposta che, secondo la rappresentanza sindacale, rischia di minare l’identità didattica e culturale costruita in anni di lavoro e di impegno da parte del corpo docente e del personale ATA. La decisione, appresa attraverso canali informali, viene definita “miope e dannosa”, e suscita preoccupazione non solo per la possibile perdita di posti di lavoro, ma soprattutto per il disagio alle famiglie e agli studenti. La RSU rivendica la ricchezza della proposta formativa del Carducci-Dante, articolata in cinque indirizzi, e chiede a gran voce all’Ufficio Scolastico Regionale e alla Regione Friuli Venezia Giulia di fermare il progetto e salvaguardare il patrimonio scolastico esistente, valorizzando piuttosto chi nella scuola investe ogni giorno per farla crescere.
Il Liceo Linguistico: un'eccellenza consolidata che guarda al futuro
L’indirizzo linguistico del Carducci-Dante non è solo un segmento dell’offerta scolastica, ma un pilastro identitario e culturale per l’istituto triestino. Nel corso degli anni, ha rappresentato una scelta formativa apprezzata da centinaia di studenti grazie alla qualità dell’insegnamento e all’impegno del personale docente. Il timore della RSU è che lo smembramento indebolisca un’esperienza didattica strutturata e riconosciuta, creando frammentazione e instabilità in un momento in cui la scuola avrebbe bisogno di continuità e sostegno.
Appello alle istituzioni e alla cittadinanza
“Non accetteremo passivamente lo smantellamento di un percorso costruito con dedizione”, dichiara la RSU. Il comunicato si conclude con un appello all’unità e alla mobilitazione rivolto non solo alle sigle sindacali, ma anche agli studenti, alle famiglie e alla cittadinanza, per difendere insieme una scuola che ha saputo crescere nel tempo. Il messaggio è chiaro: non si tratta di conservatorismo, ma della tutela di una realtà educativa che funziona e che deve essere supportata, non indebolita.