"Mostro edilizio di via Udine colpa del Piano Casa regionale e del Piano Regolatore comunale"
Da mesi i residenti di Roiano e Scorcola si chiedono come sia possibile che in via Udine 67-69, in un’area facente parte del centro storico della città dove persino i colori degli infissi sono oggetto di vincolo, stia sorgendo un nuovo edificio totalmente fuori contesto, di ben 10 piani, con un’altezza complessiva - 34 metri - quasi triplicata rispetto ai 12 metri originari, e ben superiore rispetto agli edifici contermini.
«Abbiamo registrato la preoccupazione e l’indignazione di molti concittadini - dichiara Gianluca Festini, Consigliere Circoscrizionale di Adesso Trieste - e abbiamo così presentato un’interrogazione per fare luce su questa vicenda. La risposta è stata laconica: l’intervento è in regola, avendo beneficiato dei bonus del Piano Casa».
In effetti, la LR 19/09 (art. 39 bis) consente interventi edilizi liberi in deroga totale agli indici urbanistici (altezze, volumi e superfici massime) per un aumento fino a 200 m³ di volume per ogni unità immobiliare preesistente. La legge stessa, tuttavia, prevede esplicitamente che nei centri storici tale norma non sia applicabile, salvo provvedimento specifico da parte del Consiglio Comunale. Così, nel 2018, attraverso un’osservazione sull’art. 20 delle Norme Tecniche Attuative formulata dagli stessi Uffici comunali e accolta dalla maggioranza di centro-destra, è stata introdotta la possibilità di applicare il Piano Casa anche su “ville ed edifici di interesse storico-testimoniale”. Immobili per i quali il Piano dovrebbe garantire una tutela maggiore, e non minore, di altri palazzi storici. Oltre al danno, la beffa: l’intervento ha beneficiato anche della gratuità prevista dall’art. 30 della LR 19/09, poiché con un abile gioco di prestigio innalza ben sette nuovi piani, ma incrementa la superficie imponibile di meno del 20%, anche grazie alla conversione a parcheggio degli spazi del piano terra: non un € di contributi di costruzione è stato versato per un intervento che aumenta la pressione edilizia in un’area delicata della città.
«La deroga assoluta a qualsiasi indice e parametro urbanistico distrugge il concetto stesso di pianificazione - denuncia Giulia Massolino, Consigliera Regionale del Patto per l’Autonomia -. Si lascia mano libera a costruttori senza scrupoli con interventi che non rispettano i caratteri identitari di Trieste e che gravano su aree della città già densificate e fragili».
«La responsabilità del Comune in questo scempio edilizio, che rischia di costituire un precedente per altre aree della città, è evidente - aggiunge Riccardo Laterza, Capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio Comunale -. Ci batteremo perché nell’ambito della variante di conformazione al Piano Paesaggistico Regionale la deroga che ha consentito questo intervento venga eliminata, prima che produca altri danni».