Dipiazza: «Se qualcuno compra il Caffè degli Specchi e apre un supermercato, non possiamo impedirlo»

Dipiazza: «Se qualcuno compra il Caffè degli Specchi e apre un supermercato, non possiamo impedirlo»

Nella diretta serale di Trieste Cafe, il sindaco Roberto Dipiazza, intervistato dal direttore Luca Marsi, ha affrontato il dibattito sulla crescente apertura di supermercati in città, in particolare alla luce dell’inaugurazione del nuovo Aldi in via Flavia. La discussione, esplosa sui social, ha acceso un confronto tra chi vede l’apertura come un’opportunità e chi invece ritiene che i supermercati siano ormai troppi per una città come Trieste.

Supermercati senza limiti: un problema regionale

Il sindaco Dipiazza ha ribadito che il fenomeno non riguarda solo Trieste, ma l’intera Regione Friuli Venezia Giulia:
«Se vai a Udine è ancora peggio, il territorio è pieno di centri commerciali», ha sottolineato il primo cittadino, evidenziando l’assenza di una normativa regionale che regolamenti il commercio in base al numero di abitanti.

Secondo Dipiazza, la soluzione sarebbe stata una legge chiara e strutturata che stabilisse dei limiti di superficie commerciale in funzione della popolazione.
«Bisognava dire: tot abitanti, tot metri quadrati commerciali. Questo non è stato fatto e questi sono i risultati», ha spiegato.

Via Flavia: quattro supermercati in pochi metri

Il caso di via Flavia è emblematico: nel breve tratto della strada convivono ben quattro supermercati. Tuttavia, come ha precisato Dipiazza, il Comune non può intervenire per fermare queste aperture:
«Se domani qualcuno compra il Caffè degli Specchi in Piazza Unità e vuole aprire un supermercato, noi non possiamo impedirglielo», ha affermato con un tono critico.

Impatto sui piccoli negozi: rischio chiusura

Il sindaco ha poi evidenziato i rischi a lungo termine della proliferazione dei supermercati, in particolare per i piccoli esercizi commerciali, sempre più fragili di fronte alla concorrenza:
«Il problema è che chiuderanno i piccoli negozi. Lo vediamo già nei bilanci di grandi catene che iniziano a mostrare segni di crisi. Ce ne sono troppi», ha aggiunto Dipiazza.

No ai centri commerciali in Porto Vecchio

Guardando al futuro urbanistico della città, Dipiazza ha ricordato la scelta di escludere centri commerciali dal piano regolatore del Porto Vecchio (ora Porto Vivo):
«La prima cosa inserita nel piano è stata il no ai centri commerciali. Trieste deve crescere in modo sostenibile, senza penalizzare i piccoli esercizi», ha concluso.

Una questione aperta

La posizione del sindaco riflette una preoccupazione diffusa tra i cittadini e gli operatori del settore: l’assenza di una regolamentazione adeguata rischia di alterare il tessuto commerciale della città, con conseguenze negative per i negozi storici e le piccole realtà locali.

La discussione, intanto, continua: mentre alcuni vedono nell’apertura dei supermercati un segnale di crescita economica, altri temono che «la città rischi di trasformarsi in una giungla di insegne», perdendo la propria identità commerciale.

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