La frattura di Lilly era già visibile prima dell’autopsia? Famiglia querela il tecnico: "Depistaggio in atto"

La frattura di Lilly era già visibile prima dell’autopsia? Famiglia querela il tecnico: "Depistaggio in atto"

Un nuovo elemento getta ulteriore ombra sul caso Resinovich, tornato al centro dell'attenzione pubblica durante la puntata di Quarto Grado andata in onda lunedì 19 maggio 2025 su Retequattro. Il programma condotto da Gianluigi Nuzzi ha infatti acceso i riflettori su un dettaglio medico-legale che potrebbe ribaltare una delle tesi finora sostenute da un testimone chiave: la frattura alla vertebra T2 della donna sarebbe stata presente già tre giorni prima dell’autopsia.

Il tecnico si autoaccusa, la famiglia lo denuncia

Il preparatore anatomico Giacomo Molinari, in servizio all’ospedale di Cattinara e conosciuto online con lo pseudonimo Sector Jack, ha dichiarato di aver involontariamente causato una frattura alla vertebra T2 durante l’autopsia eseguita l’11 gennaio 2022. L’uomo, noto per i suoi video divulgativi su strumenti e tecniche autoptiche, ha depositato una memoria in procura per precisare la dinamica del presunto incidente.

Le sue affermazioni, però, hanno scatenato la reazione della famiglia Resinovich. Sergio Resinovich, fratello di Liliana, ha sporto querela per falso e ha chiesto alla procura di indagare su eventuali collegamenti tra Molinari e il pool difensivo di Sebastiano Visintin, marito della vittima, sollecitando anche un'ispezione ministeriale sul reparto dove il tecnico lavora.

Il confronto tra periti: frattura già presente?

Al centro del dibattito c’è una domanda cruciale: quando è avvenuta la frattura? Secondo il professor Vittorio Fineschi, consulente della famiglia Resinovich, e la radiologa Claudia Giaconi, la frattura di 5 mm alla vertebra era già visibile sulla TAC dell’8 gennaio 2022, dunque tre giorni prima dell'autopsia. Le immagini, mostrate a Quarto Grado, indicano una chiara rima di frattura evidenziata da frecce rosse nelle ricostruzioni tridimensionali.

Fineschi mette in dubbio la ricostruzione di Molinari: "Dubito fortemente che una frattura così piccola possa aver prodotto un rumore udibile durante l’autopsia, come da lui sostenuto." Una presa di posizione che riapre scenari inquietanti e che potrebbe far vacillare una parte del racconto fornito finora agli inquirenti.

Il legale della difesa contrattacca

Non si è fatta attendere la reazione del team legale di Sebastiano Visintin. Gli avvocati Paolo e Alice Bevilacqua si sono detti "sorpresi per i toni con cui il pool della famiglia Resinovich ha definito Molinari un mitomane", e hanno chiesto che la procura proceda rapidamente con l’acquisizione formale delle dichiarazioni del tecnico.

Nel frattempo, il clima attorno al caso si fa sempre più teso, tra accuse incrociate, sospetti di depistaggi, querelle tra esperti e interrogativi che, a distanza di oltre tre anni dalla scomparsa e dal ritrovamento del corpo, continuano a rimanere senza risposta.

Una battaglia legale e mediatica sempre più accesa

Il caso di Liliana Resinovich, trovata senza vita nel parco dell’ex OPP di San Giovanni a Trieste nel gennaio 2022, continua a dividere opinione pubblica e periti. Le parole di Giacomo Molinari, rilanciate in prima serata da Quarto Grado, sembrano aggiungere un nuovo capitolo a una vicenda già segnata da anomalie, lacune investigative e tensioni tra le parti.

Ora la palla torna alla procura, che dovrà valutare se le dichiarazioni del tecnico siano effettivamente attendibili o se, come sostenuto dalla famiglia di Lilli, si tratti di un tentativo di manipolare la verità.

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