Caso Resinovich nuove accuse a Quarto Grado: Seba unico con interesse a far ritrovare corpo

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Caso Resinovich nuove accuse a Quarto Grado: Seba unico con interesse a far ritrovare corpo

Durante la puntata di Quarto Grado andata in onda venerdì scorso su Retequattro e condotta da Gianluigi Nuzzi, si è tornati a parlare del misterioso omicidio di Liliana Resinovich, la donna triestina trovata morta nel boschetto dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni nel gennaio 2022. Al centro della trasmissione, ancora una volta, il ruolo del marito Sebastiano Visintin e nuove riflessioni sulle circostanze del ritrovamento del corpo.

“Non ho detto che ha ucciso Liliana, ma è l’unico che aveva interesse a farla ritrovare”

Durante il talk, è intervenuto Claudio Sterpin, storico amico della donna, con parole che hanno sollevato un’ondata di reazioni. Secondo Sterpin, il ritrovamento del corpo sarebbe da collegare a un interesse economico diretto da parte del marito di Liliana. Ha affermato che Sebastiano Visintin sarebbe stato l’unico ad aver beneficiato concretamente della scoperta del cadavere, potendo così ottenere il ritorno del conto corrente della moglie e il trasferimento della pensione dell’INPS a suo nome.

Una ricostruzione che Sterpin ha motivato anche con una confidenza fatta ad un parente della vittima: “Se non veniva trovato il corpo, si sarebbe dovuto attendere dieci anni per dichiarare la morte presunta. Ma il corpo è stato fatto ritrovare per evitare questo scenario”.

La replica di Visintin: “Accuse infami, nessun telegramma, nessuna regia”

Alle dichiarazioni di Sterpin ha fatto seguito la risposta diretta di Sebastiano Visintin, che ha definito “infami” le insinuazioni, negando ogni coinvolgimento. Ha ribattuto con fermezza che non ha mai ricevuto alcuna comunicazione su dove si trovasse il corpo della moglie, né ha mai “deciso di farlo ritrovare”.

Sterpin ha anche chiarito il contenuto della famosa telefonata di 16 minuti con Lilly del giorno della scomparsa: secondo lui si trattava di una conversazione "touring club", un semplice scambio di opinioni su un possibile viaggio in Croazia che i due avrebbero voluto fare insieme nei giorni successivi. “Sedici minuti a parlare di itinerari – ha detto – sono anche pochi. Era solo un modo per organizzarci su dove andare”.

Ipotesi che spaccano l’opinione pubblica

Il caso di Liliana Resinovich continua a dividere, generando domande a cui la giustizia non ha ancora dato una risposta definitiva. In particolare, il tema della tempistica del ritrovamento del corpo e il ruolo di chi ne ha favorito la scoperta rimangono aperti. L’attenzione si sposta ora sulla prova dell’interesse economico, considerata da alcuni un possibile movente nella seconda fase, quella dell’occultamento e del ritrovamento.

A distanza di oltre tre anni dalla scomparsa, la vicenda continua ad alimentare tensioni e contraddizioni, tra chi chiede verità e chi si trova nuovamente oggetto di sospetti mediatici.

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