“Nudo a Barcola? Un atto naturale, non indecente”: lettore naturista dopo l’episodio dei Topolini
Dopo la pubblicazione dell’articolo di Trieste Cafe riguardante l’episodio di un uomo completamente nudo sulla spiaggetta dei Topolini a Barcola, è arrivata in redazione una riflessione interessante e articolata da parte di un lettore. Si tratta di un nudo-naturista romagnolo, vicino agli ottant’anni, che ha voluto condividere la propria visione, maturata in anni di battaglie legali in difesa del naturismo, sempre conclusesi senza condanne.
La sua osservazione parte proprio dall’episodio segnalato a Trieste, dove un uomo, sdraiato a pancia in giù, ha preso il sole completamente nudo in una delle zone balneari più frequentate della città, anche se fuori stagione.
“Secondo me – scrive il lettore – quella persona non avrebbe nemmeno violato l’articolo 726 del Codice Penale, che punisce gli atti contrari alla pubblica decenza. Perché oggi la nudità, nella sua forma non sessualizzata, non è più universalmente considerata un’offesa al pudore”.
L’uomo, con tono pacato ma deciso, precisa che il codice punisce solo gli atti “indecenti”, come ad esempio fare i propri bisogni in luogo pubblico, ma non lo stato fisico in cui una persona si trova, se non vi è alcun comportamento molesto o offensivo verso gli altri.
A sostegno del proprio pensiero, il naturista romagnolo propone anche una riflessione provocatoria:
“Trovo paradossale che si possa considerare indecente un pene semplicemente perché può essere utilizzato per atti sessuali, mentre la bocca – che è protagonista in tanti contesti anche sessuali – non scandalizza nessuno”.
Il suo messaggio non è quello di giustificare qualsiasi comportamento, ma di invitare a una riflessione culturale più ampia su cosa oggi rappresenti davvero la “pubblica decenza”, e se la nudità – vissuta in modo sereno, discreto e non invadente – debba ancora essere automaticamente condannata o stigmatizzata.
Una testimonianza che apre un dibattito delicato ma attuale, soprattutto in una città di confine come Trieste, dove da sempre culture, sensibilità e costumi si incrociano, anche in riva al mare.