I delfini sono più sensibili all'inquinamento acustico di quanto previsto
Un team internazionale comprendente diversi scienziati della UC Santa Cruz ha misurato per la prima volta le risposte comportamentali dei delfini ai rumori generati dai sonar militari, scoprendo che questi mammiferi sono molto più sensibili all’inquinamento acustico di quanto si ritenesse in precedenza. La ricerca, pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science, ha osservato il comportamento di migliaia di delfini di due diverse specie durante esperimenti che prevedevano l’attivazione controllata di sonar militari, sia simulati che reali. I risultati, piuttosto inaspettati, hanno rivelato che questi cetacei reagiscono a frequenze più basse di quelle riconosciute come rischiose a livello normativo. “Vediamo chiare prove di risposte acustiche: cambiamenti su scala ridotta nei movimenti, tra cui evitamenti diretti, sostenuti e forti, e cambiamenti nelle configurazioni di gruppo”, ha dichiarato Brandon Southall, ricercatore dell'UC Santa Cruz. “Sebbene questi cambiamenti comportamentali si verifichino e persistano su scale temporali variabili, sono sorprendenti in quanto dimostrano collettivamente risposte a livelli sonori di ordini di grandezza inferiori a quelli previsti dalle attuali valutazioni di impatto normativo. Questi animali sono chiaramente molto più sensibili all'esposizione al rumore di quanto pensassimo”, ha aggiunto. Per svolgere lo studio, sono state utilizzate diverse metodologie, che, secondo i ricercatori, hanno permesso di ottenere una visione olistica del comportamento di questi cetacei in risposta ai disturbi acustici. Tra di esse spicca, in particolare, la raccolta di immagini aeree scattate dai droni che, secondo John Durban, coautore dello studio, rappresenta uno strumento molto importante per valutare la salute di balene e delfini. “In questo studio siamo riusciti a sviluppare ulteriormente questa tecnica per geolocalizzare i delfini con una precisione centimetrica, consentendo di quantificare in modo oggettivo i cambiamenti nel comportamento”, ha, infatti, dichiarato l’esperto. I delfini sono animali molto socievoli e giocosi, che tendono a riunirsi in gruppi di centinaia o addirittura migliaia di individui. La loro presenza è comune al largo delle coste della California e di molte altre regioni, dove incontrano regolarmente potenti sistemi sonar noti per disturbare, danneggiare e persino uccidere diverse specie marine. Negli ultimi anni, gli spiaggiamenti di massa di cetacei in concomitanza con l'uso di questi strumenti da parte delle marine militari di tutto il mondo hanno sollevato la preoccupazione che l'esposizione al rumore costituisca una potenziale minaccia per balene, delfini e focene. Gli incidenti si sono verificati quando i sonar operavano a “media frequenza”, che in genere va da 1 a 10 kHz, anche se la maggior parte dei sistemi lavora nella banda dei 3-4 kHz. Finora, tuttavia, non erano disponibili dati certi sui possibili effetti di questi sistemi sul benessere dei delfini. La ricerca, quindi, consente di fare un passo avanti nella valutazione di questa minaccia e nella mitigazione dei suoi effetti. “Capire come questi animali rispondono a questi tipi di segnali acustici è importante per mitigare l'impatto che questo tipo di disturbo può avere sugli animali sociali che si affidano all'acustica per comunicare, nutrirsi e per altri aspetti critici della loro vita”, conclude Caroline Casey, ricercatrice della UC Santa Cruz f coautrice dello studio. (GEA) - MDT/EFS AMB