Salvati: “Bar non bastano, servono discoteche” – Vatta: “Portiamo musica e locali in Porto Vecchio” (VIDEO)
Durante la diretta condotta da Luca Marsi su Trieste Cafe, Stefano Vatta (Fratelli d’Italia) e Luca Salvati (Partito Democratico) si sono confrontati su uno dei temi più discussi in città: la movida serale e notturna. Il dibattito ha preso spunto anche dalla recente notizia della chiusura per 8 giorni del locale Barcollo.
La domanda è chiara: Trieste deve puntare su una città viva la sera o sulla tranquillità dei residenti? Il limite per la musica nei locali è corretto o va rivisto?
Vatta: “Servono spazi per divertirsi, ma lontani dai residenti”
Stefano Vatta parte sottolineando la complessità del tema in una città come Trieste, che definisce “prevalentemente anziana”:
“I giovani chiedono nuovi locali dove potersi divertire in sicurezza, senza disturbare chi vive in centro. È un aspetto che l’amministrazione deve tutelare.”
Vatta rivendica il proprio impegno nel nuovo regolamento Movida approvato a fine 2023:
“Sono riuscito a inserire due deroghe annuali in più per permettere musica dal vivo. Non è poco, considerando che la componente movida in Consiglio Comunale storicamente è stata poco ascoltata.”
Sugli spazi per la movida, Vatta è chiaro: il Porto Vecchio è, secondo lui, l’area ideale:
“Lì non ci sono residenti, e chi un domani comprerà casa saprà che quella zona ospita attività lavorative, ristoranti, eventi. È perfetta per questo tipo di proposta.”
Vatta ricorda anche una mozione sull’ex gasometro e l’interesse manifestato in passato dall’assessore Giorgi per valorizzarlo in questa direzione.
Salvati: “Prima riqualifichiamo ciò che già esiste”
Luca Salvati si dice più cauto sull’uso del Porto Vecchio per la movida, pur riconoscendo i passi avanti fatti in città:
“Negli ultimi decenni c’è stata un’evoluzione. Ma non sono molto favorevole a usare il Porto Vecchio per locali. Preferisco spazi come l’ex Diga o l’ex Dragometro, che hanno già dato ottimi risultati.”
Secondo Salvati, la priorità sarebbe dovuta essere l’insediamento di un’industria leggera nel Porto Vecchio, e non la destinazione esclusiva a eventi e divertimento.
“Serve un equilibrio. Abbiamo pochi giovani, ma siamo un polo universitario importante. L’esperienza in città deve essere anche sociale, non solo studio.”
Dibattito acceso su bar, rumori e discoteche
Nel corso del confronto emerge una divergenza netta anche sulla tipologia di intrattenimento. Salvati afferma:
“I bar non bastano. Basta che ce ne sia uno a 500 metri e già senti il rumore. Servono discoteche vere, chiuse, con strutture adeguate. Oggi ne abbiamo pochissime.”
Vatta rilancia:
“Durante il mercoledì universitario la città si riempie. Questo dimostra quanto ci sia bisogno di spazi adeguati. Servono contenitori importanti. Porto Vecchio può essere la risposta.”
Salvati cita anche il locale “Paradiso”, usato per eventi latinoamericani, e riconosce che oggi mancano discoteche vere, soprattutto nei mesi invernali.
Vatta: “Creiamo un quartiere per la movida” – Salvati: “Equilibrio con chi vive in città”
Nel finale, entrambi convergono sull’esigenza di dare risposte ai giovani, ma con visioni differenti su come e dove.
Vatta chiude con una proposta concreta:
“Dove la movida disturba, creiamo un quartiere dedicato, con tutto ciò che serve: sport, locali, eventi. È un’idea intelligente che accontenta tutti.”
Salvati, invece, invita a valutare con attenzione e a valorizzare strutture esistenti, senza creare nuovi problemi in altre zone.
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