"Triestini vogliono un Porto Vecchio pubblico, aperto e produttivo", lo studio di Adesso Trieste

"Triestini vogliono un Porto Vecchio pubblico, aperto e produttivo", lo studio di Adesso Trieste

Ieri, 10 settembre si è svolto in Largo Città di Santos l’incontro pubblico organizzato da Adesso Trieste per illustrare i dati raccolti nel corso della campagna estiva dedicata a Porto Vecchio. 
 
«Ci siamo riuniti sulla soglia del Porto Vecchio, lì dove è stata abbattuta la sala Tripcovich, simbolo di una Giunta molto più brava a distruggere che a costruire - dichiara Riccardo Laterza, Capogruppo di Adesso Trieste in Consiglio Comunale -  Abbiamo scelto di organizzare un’assemblea pubblica, perché tale dev'essere la discussione su un'opera decisiva per il futuro della città, in un momento in cui le grandi opportunità rischiano di trasformarsi in occasioni perse. A fronte del sostanziale silenzio della Giunta per molti mesi, il Gruppo di lavoro su Porto Vecchio di Adesso Trieste ha coinvolto esperti, operatori di vari settori economici e la cittadinanza attraverso un questionario compilato in poco più di due mesi da più di 1.800 persone. Siamo orgogliosi di un lavoro che abbiamo svolto nell'interesse della città e di un suo futuro più giusto».
 
«Tra i dati più significativi - dichiarano Andrea Marzoli e Leyla Vesnic, del gruppo di lavoro su Porto Vecchio - l’81% dei partecipanti si dichiara favorevole a usi produttivi dell’area con imprese ad alta tecnologia e zero impatto ambientale, connesse con l’economia blu. Viceversa il 55% si dichiara contrario a funzioni residenziali. In una città che ha perso 70.000 abitanti in mezzo secolo e nella quale nonostante i tantissimi appartamenti vuoti è sempre più difficile trovare casa in affitto, costruire nuove residenze di lusso non è certo la soluzione, anzi alimenta ancora di più la bolla della speculazione immobiliare».
 
«Ancora più emblematici - aggiungono Marzoli e Vesnic - i dati sulle modalità di gestione: mentre il 70% sostiene che il sistema concessorio governato dal pubblico è il miglior strumento per gestire il futuro di Porto Vecchio, vengono sonoramente bocciate entrambe le ipotesi esplorate in questi anni dalla Giunta Dipiazza: sia lo “spezzatino” con la vendita a più operatori privati (3%) sia la vendita a un unico operatore privato (1%) come avverrebbe nella proposta Costim».
 
«Laddove si chiede trasparenza, la giunta Dipiazza offre opacità e segretezza - annota Riccardo Laterza - nessuno ha ancora spiegato come sia possibile utilizzare il project financing per un progetto che è prevalentemente composto da funzioni private. Costim prevede di investire 2.900 €/mq sui magazzini di sua competenza, contro i 4.800 €/mq previsti dalla Regione per i suoi nuovi uffici: il sospetto che si tratti di un’operazione speculativa è forte. Infine, Dipiazza dice una bugia quando afferma che l'attuale Piano Regolatore prevede un massimo di 10% di residenza nell'area. Le previsioni sono di un massimo del 70% dei volumi.  Le norme urbanistiche aprono a una vera e propria lottizzazione senza connessioni con le reali esigenze della città e con le potenzialità dell’area».
 
Dagli interventi del numeroso pubblico presente è emersa la consapevolezza dell’importanza della partita che si sta giocando e sono stati richiamati i riferimenti storici, economici e culturali che il Comune ha completamente ignorato, così come ha ignorato l’opinione e il contributo della cittadinanza. È esattamente per questo motivo che Adesso Trieste ha sentito il dovere di mettersi in ascolto.