Intelligenza artificiale, informazione e dignità umana: la Carta di Trieste al centro del dibattito
La libertà di stampa e il giornalismo come presidio di democrazia restano più che mai essenziali in un tempo in cui social network e piattaforme digitali rischiano di calpestare la dignità delle persone. A denunciarlo è stata la Figec Cisal, che attraverso le parole del coordinatore nazionale Andrea Bulgarelli ha rimarcato la necessità di una regolamentazione chiara per gli algoritmi e per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Il riferimento è alle recenti inchieste giornalistiche che hanno portato alla luce l’esistenza di siti e pagine social sessiste, capaci di umiliare migliaia di donne. “Senza l’impegno di giornalisti e giornaliste – spiega Bulgarelli – questi scandali sarebbero rimasti invisibili, sepolti dagli algoritmi che hanno il potere di cancellare la realtà. L’informazione ha invece restituito voce e dignità a chi ne era stato privato”.
Il cuore del dibattito ruota attorno alla Carta di Trieste sull’IA, documento redatto dall’Associazione culturale Studium Fidei e condiviso da Figec Cisal. In particolare, l’articolo 10 chiede un sistema regolatorio che coinvolga sviluppatori, progettisti, gestori, fornitori di dati e utenti finali. Obiettivo: stabilire responsabilità chiare in caso di uso improprio dell’IA, con la possibilità di sanzionare piattaforme e siti web che generano disinformazione o contenuti degradanti.
“È necessaria – aggiunge Bulgarelli – una riforma che comprenda il settore dei social media e dell’informazione digitale, a tutela della cittadinanza e del rispetto della dignità della persona. Una prospettiva condivisa anche dalla deputata del Pd, Debora Serracchiani, che abbiamo incontrato a luglio e con la quale abbiamo discusso le stesse preoccupazioni”.
Al dibattito si unisce la voce del teologo mons. Ettore Malnati, presidente di Studium Fidei, che sottolinea come la dignità umana e la reciprocità tra uomo e donna non possano essere svuotate del loro significato. “La sessualità – spiega – non è un semplice appagamento individuale, ma parte integrante di una crescita relazionale che coinvolge responsabilità e affettività. Ridurla a merce di scambio o a contenuto da commercializzare significa tradirne l’essenza profonda”.
Malnati cita anche l’insegnamento della tradizione ecclesiale, ricordando che “la sessualità non può essere relegata al solo divertimento, ma è parte costitutiva della qualità degli affetti”. A suo avviso, l’avvento dell’intelligenza artificiale e dei social network ha introdotto nuove criticità, in quanto può aggirare il consenso libero che deve sempre caratterizzare una relazione affettiva e intima.
“Proprio per questo – conclude – con la Carta di Trieste sull’IA abbiamo voluto accendere i riflettori su come tutelare la libertà delle persone anche nell’era digitale, evitando che l’innovazione tecnologica diventi uno strumento di sfruttamento o di violazione della privacy. L’etica deve rimanere il faro che guida ogni scelta”.