"Giovani Comunisti all'attacco: ‘Trieste non può ospitare manifestazioni fasciste’"

"Giovani Comunisti all'attacco: ‘Trieste non può ospitare manifestazioni fasciste’"

Il corteo, già svoltosi il 26 ottobre a Trieste, e il concerto organizzato in occasione del settantesimo anniversario del ritorno di Trieste all’Italia hanno suscitato una forte reazione da parte dei Giovani Comunisti/e e di Rifondazione Comunista. I due eventi sono stati definiti inaccettabili e intollerabili, ritenuti un’apologia della retorica nazionalista e revanscista.

Accuse di propaganda nazifascista e revanscismo

Secondo le dichiarazioni di Rita Scapinelli, responsabile del dipartimento antifascismo di Rifondazione Comunista, e Marco Canciani, rappresentante dei Giovani Comunisti/e, il corteo e il concerto celebrerebbero un’ideologia legata al nazifascismo. In particolare, il gruppo musicale Ultima Frontiera, protagonista del concerto, viene accusato di esaltare figure storiche come Erich Priebke e di includere nei suoi testi riferimenti antisemiti.

Denuncia della manifestazione neofascista

Il corteo, che ha visto la partecipazione dell’associazione Trieste Pro Patria, è stato criticato per aver radunato esponenti dell’estrema destra e per aver inneggiato a politiche di stampo suprematista. Secondo il comunicato dei Giovani Comunisti/e, questa manifestazione rappresenta un pericolo per i valori democratici, essendo promotrice di ideologie legate all’imperialismo e alle violenze del regime fascista.

Appello alle forze democratiche e antifasciste

La risposta delle organizzazioni di sinistra è stata decisa: viene richiesto l’intervento delle forze antifasciste e democratiche per evitare che Trieste diventi nuovamente, come affermano nel comunicato, il "trampolino di lancio per una nuova ondata di manifestazioni fasciste e nazionaliste". Scapinelli e Canciani sottolineano l’importanza di una mobilitazione compatta, ricordando che nel 2018 una simile iniziativa riuscì a "ricacciare i fascisti nelle fogne".

Un messaggio di resistenza: "Non passeranno"

Il comunicato si chiude con un monito chiaro e diretto: "Non passeranno."