"Porto di Trieste, vantaggio se punti Franchi fossero classificati come Aree Extradoganali Ue"
Pubblichiamo da Andrea Marzoli - Porto di Trieste
ll mio cliente Sig. Stefano (nome di fantasia) ha la sua fabbrica a Milano, compra materie prime all'estero, le sbarca a Trieste e le porta a Milano, le lavora e ottiene un prodotto che esporta in Israele.
Prima di portare le materie prime a Milano, facciamo una richiesta alla dogana di non pagare il dazio e l'IVA sull'importazione di queste materie: questo passaggio, oggi obbligatorio, si chiama PERFEZIONAMENTO ATTIVO ed è una procedura lunga, perché soggetta alla valutazione della Dogana (Ministero delle Finanze) in merito alla compatibilità dell'operazione con gli interessi dei produttori europei di quelle materie prime. Ed è una procedura costosa , perché una volta autorizzata, il mio cliente Sig. Stefano deve presentare alla dogana una garanzia per l'ammontare del dazio e dell'IVA che NON PAGA (!!!).
Una volta autorizzati, portiamo le materie prime a Milano dove vengono lavorate sotto vigilanza della Dogana di Milano.
Quando i prodotti sono finiti, li trasportiamo a Trieste, chiudiamo l'operazione doganale e la dogana restituisce al mio cliente Sig. Stefano la garanzia.
Chiediamo alla Dogana di certificare che il prodotto è di origine italiana e lo spediamo in Israele.
Ora, pensiamo di poter fare tutto questo a Trieste nel suo 𝗣𝗨𝗡𝗧𝗢 𝗙𝗥𝗔𝗡𝗖𝗢 !
Una procedura di autorizzazione snella a cura dell'Autorità Portuale sentita la Dogana per la parte di sua competenza
1) senza bisogno di presentare le garanzie.
2) senza che né materie prime né prodotti entrino mai doganalmente in Europa.
3) senza bisogno di trasportare le merci su e giù e rispedendo i prodotti in Israele direttamente da qua.
Magari con un costo dell'energia con accise ridotte !
Quale imprenditore MANIFATTURIERO non vorrebbe investire massicciamente a Trieste ?