'Fermate il massacro pasquale: agnelli e capretti meritano vita, non il piatto!!'
Mentre si celebra la Pasqua come simbolo di vita, rinascita e salvezza, sulle tavole italiane continua a essere servita la carne di agnelli e capretti, creature innocenti, sacrificate in nome di una tradizione che oggi appare sempre più in contrasto con i valori cristiani, scientifici e morali.
A denunciare questa contraddizione è Fabio Rabak, coordinatore regionale del Partito Animalista Italiano in Friuli Venezia Giulia, che rilancia con forza un messaggio chiaro e radicale:
“Pasqua non ha bisogno di vittime, ma di verità e coerenza con il Vangelo”.
“Cristo è l’unico Agnello di Dio”
Secondo la visione cristiana, il sacrificio è già stato compiuto nella figura di Cristo, l’“Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”. Insistere nel perpetuare riti cruenti a tavola, sostiene Rabak, tradisce il significato profondo della Pasqua, che è celebrazione della vita che trionfa sulla morte, e non della morte che si consuma a ogni forchettata.
Una scelta etica, ecologica e spirituale
L'appello del PAI FVG non è solo morale, ma anche scientifico e ambientale: oggi è ampiamente riconosciuto che gli animali sono esseri senzienti, capaci di provare emozioni, dolore e paura. La loro uccisione, soprattutto negli allevamenti intensivi, avviene spesso in condizioni drammatiche. A questo si aggiungono le conseguenze ambientali dell’industria zootecnica: deforestazione, consumo e inquinamento delle acque, emissioni climalteranti.
“Non tutto ciò che è tradizione è giusto”
Il Coordinamento regionale del Partito Animalista invita cittadini, credenti e non, a riflettere sul significato autentico della Pasqua e a scegliere un’alimentazione senza violenza, coerente con l’amore per la vita e per la Creazione.
“La compassione non è una rinuncia, ma un’elevazione”, afferma Rabak.
Anche in Friuli Venezia Giulia, sottolinea, cresce la sensibilità verso scelte alimentari alternative, più rispettose del mondo animale e della salute.
Una Pasqua diversa è possibile
Il messaggio lanciato è chiaro: rinunciare a mettere agnelli e capretti sulla tavola di Pasqua non è perdere qualcosa, ma guadagnare in coerenza, consapevolezza e rispetto. Perché la vera resurrezione è quella della coscienza collettiva, che può — e deve — riscoprire la gioia di celebrare la vita, senza infliggere morte ad altri esseri viventi.