Rifondazione Comunista: “si celebra un confuso e aggressivo "Giorno del Ricordo"

Rifondazione Comunista: “si celebra un confuso e aggressivo "Giorno del Ricordo"

"Ogni anno il 10 febbraio si celebra un confuso e aggressivo "Giorno del Ricordo", cui danno il loro contributo le più alte cariche istituzionali. Questa celebrazione è basata su un radicale negazionismo: viene nei fatti negato l'orrore nazifascista (le truppe naziste occupanti la nostra Regione vengono sempre più spesso presentate come difensori della civiltà, anche in diffusissimi film di non eccelsa qualità), grazie alla antistorica equiparazione tra "svastica e falce e martello" (parole del ministro Nordio), cioè tra oppressori e liberatori; ma viene anche negato, in parallelo, ogni orrore compiuto in nome della democrazia "occidentale" (colonialismo, schiavismo, bombardamenti terroristici, guerre "giuste"). Sappiamo che anche le "liberazioni" (come ogni guerra patriottica e/o civile) portano con sé lutti e drammi, e -ripetiamo- non neghiamo nulla di ciò che è stato ricostruito con capacità di indagine e di distinzione, ma rovesciare su chi l'ha subita le responsabilità della guerra portata dal nazifascismo è da irresponsabili.

   L'obiettivo concreto è celebrare la cosiddetta "civiltà italiana", nell'ambito di quella "occidentale", anche quando ferocemente occupa terre altrui (siamo entrati nel 90° anniversario della conquista italo-monarchico-fascista dell'Etiopia) e per farlo bombarda, ammazza, stupra. Tutti crimini impuniti, i "nostri", a cominciare da quelli commessi nei Balcani. Il passo ulteriore è dire che Mussolini ha combattuto guerre giuste, forse "umanitarie". Il negazionismo di tutto ciò è spaventoso in quanto si è ormai insinuato nella mentalità collettiva e ha prodotto ignoranza e offese alla memoria: studenti di ogni parte d'Italia ormai conoscono la contorta versione dei fatti delle "foibe", ma nessuno/a saprebbe collocare Rab/Arbe, le località dei crimini italo-monarchico-fascisti in Jugoslavia o località dei crimini effettuati nel Corno d'Africa. 

   Le parole di Nordio, Fedriga e Dipiazza sono state piene di livore, e totalmente prone alla nuova versione dei fatti proposta da nazionalisti e fascisti: non più "barbarie slava" ma "barbarie comunista-titina" anche contro gli slavi non comunisti. Da anni sui loro giornali stanno facendo circolare questa lettura che vorrebbe cancellare più di un secolo di squallido antislavismo primario, in realtà ancora attivo e ben alimentato. 

   Noi di Rifondazione Comunista (unico partito, insieme al PCDI, a votare contro la legge istitutiva del Giorno del Ricordo, nel 2004) crediamo che si sia raggiunto un limite molto basso.  Ma ribadiamo che -siamo stufi di ripeterlo- persino quella legge affermava di voler indagare anche sulle "più complesse vicende del confine orientale", non per approvare o condannare acriticamente ma per conoscere: e su questo, poi, preparare un futuro di convivenza, pace e solidarietà. Quella legge viene invece usata come arma politica per giustificare gli orrori del presente e trattare gli avversari come ripugnanti nemici, "infoibatori" e -ultim'ora- "antisemiti". Non ci stiamo: noi, non negazionisti, ci battiamo e ci batteremo contro il negazionismo di Stato che ha il suo culmine nel Giorno del Ricordo, situato ignobilmente vicino alla Giornata della Memoria; e lo facciamo e faremo in nome di un'infinita, profondissima pietas (nei confronti di tutti i civili che hanno subito brutalità/uccisioni/esodi forzati prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale, nel mondo, in Europa, nelle zone di confine tra Italia e Jugoslavia) e della ricerca storica che è l'unica capace di decostruire la falsa narrazione egemone per ricostruirne un'altra basata sul riequilibrio dei torti e delle ragioni, ma soprattutto sul rispetto della verità. A "firmare" la Costituzione, sulla spinta del movimento resistenziale, è stato Umberto Terracini: non certo un infoibatore, non certo un antisemita ma, semplicemente, un comunista, un antifascista. Noi a questo siamo fedeli, contro chi sta distruggendo, e cioè negando, questa Costituzione e la nostra democrazia."

A riferirlo Gianluca Paciucci del Partito della Rifondazione Comunista