Dal cuore delle feste Paoletti lancia l’allarme: “Trieste non può diventare un centro commerciale online” (VIDEO)
Dal ghiaccio della pista di pattinaggio al calore del Natale triestino, l’ultima diretta di Trieste Cafe si trasforma in una riflessione a tutto campo sull’economia della città. Ospite Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia e di Confcommercio Trieste, intervistato da Andrea Pastine nel cuore delle festività, tra luci, turismo e vetrine accese.
Comprare sotto casa come atto economico e civile
Il messaggio di Paoletti è netto: acquistare a chilometro zero non è solo una scelta di comodità o tradizione, ma un gesto che tiene in vita la città. Comprare nei negozi di quartiere significa creare lavoro, generare ricchezza locale e impedire che Trieste si spenga dietro serrande abbassate e vetrine vuote. L’online è comodo, ma il prezzo che paga il territorio è altissimo.
Il commercio come termometro della salute urbana
Secondo Paoletti, Trieste oggi vive una fase “a macchia di leopardo”. Alcuni settori tengono, altri soffrono, in particolare abbigliamento, calzature, arredo ed elettronica, schiacciati dalla concorrenza digitale. Allo stesso tempo, l’arrivo di grandi marchi internazionali nel comparto della gioielleria racconta una città che resta attrattiva e che continua a essere percepita come solida e capace di generare valore.
Mercatini di Natale e turismo internazionale
Il Natale 2025 segna un punto alto. I mercatini sono entrati stabilmente nel circuito internazionale e attirano flussi turistici che collegano Trieste a Lubiana, Villach, Klagenfurt, Verona. Un turismo che non si limita alla visita giornaliera, ma che pernotta e consuma. Il nuovo collegamento ferroviario Vienna-Trieste rafforza ulteriormente questo scenario, aprendo a una presenza crescente di turisti austriaci.
Eventi, sinergie e turismo di qualità
Per Paoletti, eventi e commercio sono inseparabili. Mostre, concerti, teatro e grandi appuntamenti funzionano quando istituzioni, enti culturali, Comune, Regione e sistema economico lavorano come un unico organismo. L’obiettivo ora è la qualità: turisti che si fermano più notti, che spendono, che vivono la città. Fondamentale diventa la cultura dell’accoglienza, dalla conoscenza delle lingue al sorriso, dal taxi al ristorante.
Il porto come spina dorsale economica
Trieste resta città porto. Un’infrastruttura storica che genera occupazione, indotto e traffici diretti e indiretti. Il Porto Vecchio, il nuovo corso dell’Autorità portuale e la guida manageriale vengono indicati come elementi chiave per una strategia di sviluppo che deve essere rapida e lucida, perché il porto è parte integrante dell’identità economica cittadina.
Giovani, consumi e nuove abitudini
Il commercio deve dialogare con le nuove generazioni, ma senza illusioni. I consumi sono cambiati dopo il Covid: abbigliamento più pratico, stili informali, nuove priorità. I negozi devono intercettare questi gusti, ma i giovani devono anche tornare a comprare nei negozi fisici, altrimenti il sistema si avvita su se stesso e muore.
Rioni, distretti e presidio sociale
Paoletti sottolinea l’importanza dei distretti del commercio per rivitalizzare rioni e periferie. Multistore di quartiere come punti di riferimento economici e sociali, capaci non solo di vendere, ma di tenere insieme le comunità. Perché il commercio non è solo economia, è anche relazione e presidio umano.
E-commerce, una sfida globale
Il giudizio è severo: commercio tradizionale ed e-commerce oggi sono nemici. I grandi player globali drenano risorse, profitti e tasse fuori dal Paese, lasciando ai commercianti locali oneri, regole e costi sempre più pesanti. Una distorsione che, secondo Paoletti, richiede risposte a livello europeo e mondiale.
Un regalo concreto alla città
In chiusura, l’annuncio: 455 posti auto gratuiti fino al 7 gennaio, grazie all’iniziativa di Confcommercio e Coop Alleanza 3.0. Un regalo alla città, ai cittadini, ai turisti e ai commercianti, accompagnato dagli auguri di Natale e dall’invito al concerto “Buon anno a Trieste”.
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