Presentata una mozione per revocare le onorificenze a Tito (TESTO COMPLETO)
'Cari Amici,
stamattina avevamo dato la notizia delle sollecitazioni del nostro Presidente Massimiliano Lacota nei confronti dei due leader di partto presenti ieri alla Foiba di Basovizza'. Lo sottolinea Unione degli istriani.
'Ora, dopo - ci conclude' la registrazione dell'atto, possiamo pubblicare il testo della Mozione che già nel pomeriggio di ieri era stata depositata, primo firmatario Matteo Salvini, dai Senatori della Lega e da tre Senatori del Movimento 5 Stelle. Ringraziamo tutti coloro che hanno firmato!
Ecco l'articolato completo della mozione depo' :
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Mozione
SALVINI, ROMEO, ARRIGONI, AUGUSSORI, BAGNAI, BARBARO, BERGESIO, BORGHESI, BORGONZONI, BOSSI, BRIZIARELLI, BRUZZONE, CALDEROLI, CAMPARI, CANDIANI, CANDURA, CANTÙ, CASOLATI, CENTINAIO, CORTI, DE VECCHIS, FAGGI, FERRERO, FREGOLENT, FUSCO, GRASSI, IWOBI, LUCIDI, LUNESU, MARIN, MARTI, MONTANI, NISINI, OSTELLARI, PAZZAGLINI, PELLEGRINI, PEPE, PERGREFFI, PIANASSO, PILLON, PIROVANO, PISANI, PITTONI, PIZZOL, PUCCIARELLI, RIPAMONTI, RIVOLTA, RUFA, SAPONARA, SAVIANE, SBRANA, SIRI, STEFANI, TOSATO, URRARO, VALLARDI, VESCOVI, ZULIANI
Il Senato,
premesso che:
Josip Broz, meglio conosciuto come Tito, Presidente della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia dal 1953 al 1980, anno della sua morte, nel corso della sua lunga esperienza politica si è macchiato di vari crimini, in particolare la sua figura è legata alla tragedia delle foibe, profonde cavità naturali tipiche della Venezia Giulia che vennero utilizzate, nel corso della Seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, per occultare le vittime italiane uccise dai partigiani jugoslavi;
le vittime furono, secondo le stime più attendibili, circa 5000, prevalentemente italiani;
con la legge 30 marzo 2004, n. 92, è stato istituito il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo", con l'obiettivo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale;
in occasione della ricorrenza odierna, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rilasciato una dichiarazione, nella quale ha evidenziato che il Giorno del ricordo contribuisce a farci rivivere "una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata: le terribili sofferenze che gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi. Queste terre, con i loro abitanti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, conobbero la triste e dura sorte di passare, senza interruzioni, dalla dittatura del nazifascismo a quella del comunismo";
la feroce dittatura, ricorda il Presidente Mattarella, scatenò "una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica, che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole";
secondo il Capo dello Stato "la persecuzione, gli eccidi efferati di massa – culminati, ma non esauriti, nella cupa tragedia delle Foibe - l’esodo forzato degli italiani dell’Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell’Europa. Si trattò di una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o per calcolo – il dovuto rilievo. Questa penosa circostanza pesò ancor più sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarietà, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilità";
nel nostro Paese esistono purtroppo delle "piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Questi ci insegnano che l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza";
già in passato un'autorevole presa di posizione sul tema è stata fatta dal Presidente emerito Giorgio Napolitano, il quale nel 2007 - nel corso del suo primo settennato - in occasione della cerimonia dedicata alle vittime delle foibe ha consegnato una medaglia d'oro ed un diploma ai parenti di trenta italiani uccisi nell'ambito della persecuzione etnica scatenata dalle milizie titine tra Trieste e Fiume alla fine della seconda guerra mondiale;
in quella circostanza, il Presidente Napolitano ha evidenziato come non si possa tacere, assumendoci la responsabilità di aver negato o teso ad ignorare la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica il dramma del popolo giuliano-dalmata, una tragedia rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali;
con legge 3 marzo 1951, n. 178, è stato istituito l'Ordine "Al merito della Repubblica italiana" e sono state disciplinate le modalità del conferimento e dell'uso delle onorificenze;
l'Ordine, destinato a dare una particolare attestazione a coloro che abbiano speciali benemerenze verso la Nazione, vede al suo vertice il Presidente della Repubblica ed è retto da un Consiglio composto da un cancelliere, che lo presiede, e da altri dieci componenti;
il cancelliere e gli altri componenti del Consiglio dell'Ordine sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, restano in carica sei anni e non possono essere confermati alla scadenza;
l'Ordine si compone di cinque classi: cavalieri di gran croce, grandi ufficiali, commendatori, ufficiali e cavalieri, ma per altissime benemerenze può essere eccezionalmente conferita ai cavalieri di gran croce la decorazione di gran cordone;
le onorificenze sono conferite con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio dell'Ordine; il numero massimo annuale di nomine è determinato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentiti il Consiglio dei Ministri e il Consiglio dell'Ordine;
la legge istitutiva prevede altresì che, salve le disposizioni penali, colui che se ne renda indegno incorre nella perdita della onorificenza, la quale viene deliberata con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta motivata del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio dell'Ordine;
l'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 13 maggio 1952, n. 458, recante norme per l'attuazione della legge 3 marzo 1951, n. 178, stabilisce che le onorificenze dell'ordine "Al merito della Repubblica italiana" possano essere conferite non soltanto a cittadini italiani ma anche a stranieri;
l'articolo 8 del medesimo decreto stabilisce che il Presidente del Consiglio, sentito il Consiglio dell'Ordine, può promuovere la revoca del decreto di concessione;
tra le principali personalità straniere insignite dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce c'è anche il Maresciallo Tito, al quale il riconoscimento fu conferito il 2 ottobre 1969, durante la Presidenza di Giuseppe Saragat e il secondo Governo presieduto da Mariano Rumor;
la revoca dell'onorificenza data a chi si è macchiato di gravi crimini, quali la pulizia etnica realizzata nei confronti degli italiani della Venezia Giulia, rappresenta un atto dovuto da parte del Governo italiano per giungere ad una pacificazione, lasciando così al ricordo una delle pagine più brutte della storia italiana del Novecento;
come si evince dagli interventi di Mattarella e Napolitano, poc'anzi richiamati, la conoscenza di queste drammatiche pagine della nostra recente storia non deve essere relegata agli studiosi di discipline storiche o circoscritto alle pagine dei libri, ma è un vero e proprio dovere civico che esige un impegno diretto da parte di tutti gli italiani;
un contributo decisivo in tal senso non può che provenire dalle istituzioni scolastiche, chiamate non tanto a trasmettere ai giovani mere nozioni quanto a formare dei cittadini coscienti e consapevoli del loro passato;
per mezzo della mozione n. 1-00208, i senatori del gruppo Lega hanno recentemente evidenziato che l'epoca in cui viviamo vede riaffiorare sempre più sentimenti di odio razziale, soprattutto antisemita, ed è pertanto necessario far conoscere alle nuove generazioni il dramma della Shoah;
nella medesima mozione, si è altresì evidenziato che, ai fini della maturazione di una piena coscienza di rifiuto di qualsiasi forma di odio razziale, è indispensabile incrementare i fondi stanziati in favore delle scuole secondarie di secondo grado che intendano effettuare i "viaggi della memoria", impegnando quindi il Governo ad adottare politiche che muovano in tale direzione;
impegna il governo:
ad adottare ogni possibile iniziativa finalizzata a favorire lo studio delle discipline storiche presso le scuole di ogni ordine e grado, nonché a sensibilizzare i cittadini affinché siano consapevoli delle vicende storiche che hanno interessato il nostro Paese e l'Europa intera, in modo particolare per quanto attiene alle vicende del Novecento;
ad adottare ogni possibile iniziativa finalizzata alla revoca dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce concessa al Maresciallo Tito o, quanto meno, volta a riconoscere che la concessione di tale onorificenza non sia compatibile con i principi ispiratori della legge 3 marzo 1951, n. 178, e più in generale con i principi fondamentali del nostro ordinamento costituzionale.
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