Paglia: 'No a ronde, servono agenti', Rescigno: 'Stranieri e criminalità, Trieste è cambiata'" (VIDEO)

Paglia: 'No a ronde, servono agenti', Rescigno: 'Stranieri e criminalità, Trieste è cambiata'" (VIDEO)

Un confronto serrato e senza esclusione di colpi quello andato in scena tra Maria Luisa Paglia del Partito Democratico e Vincenzo Rescigno di Fratelli d’Italia, durante la diretta condotta da Luca Marsi. Il tema caldo della discussione: la sicurezza cittadina e la proposta delle cosiddette "ronde di quartiere" o "sentinelle".

Ronde cittadine: una soluzione o un rischio?

Maria Luisa Paglia ha aperto il dibattito criticando apertamente l’idea delle ronde cittadine, sostenendo che la sicurezza deve restare un compito delle forze dell’ordine e che le proposte alternative rischiano di creare vigilanti improvvisati: "La nostra proposta è quella di rilanciare il poliziotto di quartiere, una figura già presente in passato che funzionava bene e garantiva una sicurezza di prossimità. Affidare la sicurezza a volontari senza alcuna formazione adeguata è un errore pericoloso".

L’esponente del PD ha poi evidenziato come il poliziotto di quartiere instaurasse un rapporto diretto con commercianti, cittadini e scuole, creando un tessuto di sicurezza più efficace rispetto a iniziative private.

Rescigno: "Le ronde sono osservatori volontari, non si sostituiscono alle forze dell’ordine"

Di parere opposto Vincenzo Rescigno, che ha subito precisato che la terminologia "ronde" è usata in modo improprio: "Non si tratta di ronde, ma di osservatori volontari, regolarizzati dalla legge dal 2009. Il loro compito non è quello di sostituire la polizia, ma di fungere da occhi in più per segnalare situazioni sospette".

Rescigno ha inoltre evidenziato come la Regione abbia stanziato fondi per potenziare la sorveglianza attraverso guardie giurate e ha criticato la proposta del PD sui poliziotti di quartiere, affermando che in passato questa misura si era rivelata inefficace in diverse città, portando addirittura a episodi di violenza ai danni degli agenti.

Il nodo dell'immigrazione e della criminalità a Trieste

Il confronto si è poi acceso sul tema dell’immigrazione e del suo legame con l’aumento della criminalità. Rescigno ha puntato il dito contro la gestione delle politiche migratorie, affermando che la città ha subito un peggioramento significativo a causa della presenza di stranieri non integrati: "La criminalità è aumentata perché l’immigrazione fuori controllo ha portato a una situazione ingestibile. Il questore stesso ha dichiarato che Trieste sta vivendo un’emergenza legata alla presenza di irregolari".

Paglia ha replicato con fermezza, sottolineando che i reati non hanno nazionalità: "Chi delinque deve essere arrestato, che sia italiano o straniero. Non possiamo usare l’immigrazione come capro espiatorio per giustificare i problemi di sicurezza. Se vogliamo risolvere il problema, dobbiamo puntare su più risorse alle forze dell’ordine e non sulla creazione di vigilanti improvvisati".

Conclusione: soluzioni diverse per una questione centrale

Il confronto si è chiuso senza un punto di incontro tra le due visioni: da un lato il PD, che punta a rafforzare la sicurezza attraverso il ritorno del poliziotto di quartiere e investimenti sulle forze dell’ordine, dall’altro FdI, che propone un coinvolgimento attivo dei cittadini attraverso osservatori volontari e un maggiore controllo dell’immigrazione.

Un tema che resta caldo e che continuerà a far discutere la politica e la cittadinanza triestina.

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