Machnich attacca: “Trieste insicura sotto la destra” – Mina replica: “Io lì mi sento più sicuro” (VIDEO)

Machnich attacca: “Trieste insicura sotto la destra” – Mina replica: “Io lì mi sento più sicuro” (VIDEO)

È stato un confronto acceso e denso di contenuti quello andato in onda nella diretta serale di Trieste Cafe, condotta da Luca Marsi, sul tema della sicurezza urbana e delle zone rosse non prorogate alla fine di marzo. Protagonisti della serata, trasmessa sui social, sono stati Sergio Mina (Lega), Martina Machnich (Punto Franco) e Francesco Viviani.

Il dibattito si è aperto con un confronto diretto sulla scelta della prefettura di Trieste di non prorogare le ordinanze sulle cosiddette “zone rosse”, a differenza di quanto avvenuto a Udine, dove la misura è stata estesa fino al 2 giugno.

Machnich: “Zone rosse inefficaci, solo 5 allontanamenti su 600 controlli”

Martina Machnich ha criticato la scelta di mantenere attivo questo tipo di presidio:
“Il prefetto ha deciso di chiudere questa esperienza che è durata da gennaio a marzo. I risultati? Su circa 600 controlli, solo 5 allontanamenti, e perlopiù per ubriachezza. Il rapporto costi-benefici è stato troppo esiguo.”

Per Machnich, il tema della sicurezza è “trasversale, né di destra né di sinistra” e va affrontato in modo serio e condiviso: “Serve un tavolo di lavoro con tutte le forze politiche. In una recente commissione comunale sicurezza le proposte dell’opposizione sono state ignorate. Tre minuti per consigliere non bastano.”

“Sicurezza non è solo repressione”

“Non siamo contrari a presidi del territorio – ha proseguito Machnich – anzi: i cittadini vogliono prossimità, ma la sicurezza non può essere solo repressione. È anche un tema sociale, culturale, legato alla legalità.”

Mina: “Io mi sento più sicuro. I cittadini vogliono le zone rosse”

Di tutt’altro parere Sergio Mina, che ha difeso la misura e l’operato del prefetto:
“Quando passo in largo Barriera, mi sento più sicuro. I cittadini ci dicono che le zone rosse li tranquillizzano. Non parlerei di limitazione delle libertà, ma di protezione.”

Mina ha poi contestato i numeri forniti da Machnich: “A me risultano 5.000 controlli e 38 decreti di espulsione. Questi sono dati che l’assessore De Gavardo ha riportato in consiglio comunale.”

Il nodo del controllo di vicinato: tra sostegno e critiche

Il dibattito si è poi spostato sulla proposta di controllo di vicinato, sostenuta dal centrodestra. Mina ha ricordato come la quarta circoscrizione sia stata pioniera della mozione promossa da Fratelli d’Italia e dalla Lega, in attuazione di una legge regionale del 2021.

“Il controllo di vicinato non sostituisce le forze dell’ordine – ha ribadito – ma le integra, le aiuta. Nessuno vuole creare sceriffi. In altre città funziona, e anche a Trieste in alcune circoscrizioni è già realtà.”

Machnich ha replicato con forza: “Così si scaricano le responsabilità sui cittadini. Non è loro compito difendersi. Le chat di condominio esistono già, ma non possono sostituire chi è formato per intervenire in situazioni pericolose.”

“Trieste è stata resa irriconoscibile da questo governo di destra”

L’esponente di Punto Franco ha poi alzato i toni: “La città oggi è irriconoscibile e insicura. La microcriminalità è quotidiana. Noi continueremo a proporre soluzioni serie, senza slogan, dialogando con tutti.”

Viviani: “Le zone rosse hanno funzionato. Ma ora si rischia il ritorno al degrado”

A chiudere il confronto è stato Francesco Viviani, che ha ricordato l’intervento dell’assessore De Gavardo nella scorsa puntata: “Le zone rosse sono state un’opportunità di deterrenza. Anche solo la presenza delle forze dell’ordine in centro ha limitato i reati.”

Viviani ha lanciato un messaggio diretto: “Dobbiamo lavorare tutti insieme. La città è cambiata: truffe, vandalismi, furti. E allora diciamolo chiaramente: via la feccia dalle nostre strade. Punto. Poi se siano italiani o stranieri, destra o sinistra, si può discutere. Ma questo va detto.”

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