Il Vescovo di Trieste Enrico Trevisi si esprime in merito al settore industriale triestino
Dalla città e dalla comunità cristiana – ricordo le note della Consulta delle Aggregazioni laicali e della Pastorale sociale e del lavoro – arrivano richieste di grande apprensione per alcune crisi aziendali che creano molta preoccupazione.
Si prospetta la chiusura dello stabilimento della società U-Blox di Sgonico.
“Tale crisi, che coinvolge circa 200 lavoratori, oltre all’indotto, si aggiunge alle situazioni Flex e Tirso aperte da lungo tempo senza che ancora ne sia prospettato un esito positivo”.
“La Commissione di Pastorale sociale e del lavoro, oltre a stigmatizzare comportamenti imprenditoriali scorretti e irrispettosi nei confronti dei dipendenti, si associa all’auspicio di unità e solidarietà che è emerso da parte delle Istituzioni e delle Organizzazioni sindacali e di categoria.
Invita quindi i concittadini a partecipare alla prevista manifestazione a supporto di questi lavoratori, con l’auspicio che questa compattezza possa aiutare la ricerca di soluzioni”.
Mi unisco alla voce di quanti chiedono interventi per tutelare questi siti produttivi e i posti di lavoro. Il futuro della nostra comunità passa anche dalla tutela del lavoro, in sinergia con la promozione del nostro territorio.
Da molti cittadini ho raccolto la preoccupazione che la chiusura di stabilimenti renderà la nostra comunità più fragile e più povera. Continuo a richiamare che la dottrina sociale della Chiesa spinge alla responsabilità sociale dell’impresa che deve tener conto di tanti fattori che non vanno indebitamente trascurati (compresi i diritti dei lavoratori e della comunità e dell’ambiente in cui è insediata l’impresa).
Mi associo alla richiesta di tanti che auspicano un intervento delle Autorità pubbliche, anche nazionali, per evitare un progressivo impoverimento della nostra città. Meno opportunità lavorative significa incentivare la fuga dei giovani. Dal 1970 Trieste ha avuto una continua decrescita demografica: dai circa 270.000 abitanti siamo ormai al di sotto dei 200.000. E anche in questi anni sempre più giovani cercano altrove la speranza.
La salvaguardia di una variegata offerta occupazionale è indispensabile per evitare la continua fuga di tanti giovani. Non basta vivere in una bella città: occorre che essa sia attraente anche per le opportunità di lavoro, dai Centri scientifici di ricerca alle fabbriche, passando per il turismo e i servizi finanziari e assicurativi.
Sono problemi grandi, sui quali è bene mantenere viva l’attenzione, il confronto e le proposte… ma anche la tutela non solo dei nostri siti produttivi ma delle conoscenze e competenze qui accumulate.
Confesso che non sono io in grado di dare soluzioni. Ma come Vescovo sento la necessità di mantenere l’attenzione su diverse fragilità: la difesa dei posti di lavoro, adeguati servizi che rendano conciliabile il lavoro con la famiglia e la generazione dei figli, e la promozione di opportunità offerte ai giovani per un lavoro degno ed equamente retribuito. Naturalmente salvaguardando la bellezza del nostro territorio.