Ambientalisti nel Canal Grande in piena Barcolana con striscione “La Barca Affonda, Crisi Climatica=Migrazioni"

Ambientalisti nel Canal Grande in piena Barcolana con striscione “La Barca Affonda, Crisi Climatica=Migrazioni"

"Sabatodue attivisti di Extinction Rebellion e Fridays For Future sono entrati nel Canal Grande
di Trieste in piena Barcolana con uno striscione con su scritto “La Barca Affonda, Crisi
Climatica=Migrazioni” per denunciare i rapporti della Barcolana con aziende fossili e
belliche, e rilanciare la manifestazione transfrontaliera che si terrà questo 26 ottobre tra
Gorizia e Nova Gorica contro crisi climatica e confini.
Collegare frontiere, clima e migrazione: un campanello d’allarme per un’azione
urgente.
Con il corteo del 26 ottobre vogliamo immaginare un nuovo mondo incentrato non sul
profitto, ma sul benessere, sulla giustizia, sull’uguaglianza e sulla parità di diritti per tutti.
Insieme possiamo costruire un futuro sostenibile per noi stessi e per le generazioni a venire.
Alla luce dell’attuale crisi climatica, dobbiamo affrontare una realtà inquietante: le
connessioni tra migrazioni, instabilità geopolitica e crisi climatica.
Quest’ultima, importante causa di sfollamento, inoltre aggrava le altri crisi esistenti come
guerre, dittature, povertà, carestie e le violazioni dei diritti civili e umani. Le proiezioni
indicano che entro il 2050, più di 200 milioni di persone in tutto il mondo saranno costrette a
trasferirsi a causa di fattori legati al clima.*
Mentre assistiamo a inondazioni catastrofiche, ondate di caldo insopportabili, incendi,
siccità, grandinate e tempeste, sorge la domanda: investiremo nelle armi o nel clima?
Il momento di agire è adesso. Siamo disposti a mettere a repentaglio il nostro lavoro, la
nostra casa, la nostra famiglia e la nostra stessa vita ignorando queste questioni urgenti? È
fondamentale prepararci agli inevitabili cambiamenti futuri e affrontarne le cause profonde
decarbonizzando la nostra società, a partire dall’immediata cessazione della dipendenza dai
combustibili fossili.
La guerra in corso in Ucraina e il genocidio a Gaza hanno innescato una nuova corsa agli
armamenti in tutto il mondo. L’Europa è diventata un punto focale in questo clima, in cui le
discussioni ruotano sempre più attorno alla guerra invece che al cambiamento climatico. I
finanziamenti pubblici si stanno spostando verso le spese militari, un approccio miope che,
se non controllato, potrebbe portare a conseguenze catastrofiche per il nostro pianeta.
Uniamoci per combattere la duplice minaccia del cambiamento climatico e della
militarizzazione.
L’ascesa dei partiti razzisti e xenofobi in tutta Europa sta intensificando la già allarmante
chiusura delle frontiere esterne dell’UE. Pratiche come i respingimenti illegali, la
collaborazione con gli autocrati del Nord Africa, i finanziamenti ai trafficanti di esseri umani
della cosiddetta Guardia costiera libica e l’ostruzione delle ONG che lavorano per salvare
vite umane nel Mediterraneo sono inaccettabili. Ci opponiamo con veemenza a queste
misure e chiediamo politiche inclusive e accoglienti per tutti.
Nel mentre nei nostri territori l'ambiente e la nostra salute vengono sacrificati per il profitto.
Diversi megaprogetti stanno minacciando i nostri territori, con aziende disposte a distruggere
gli ecosistemi e a inquinare l’ambiente per mero guadagno finanziario. Progetti come

l'oleodotto SIOT-TAL in Friuli Venezia Giulia, l'ampliamento della centrale nucleare di Krško,
la funivia a Trieste, l’inceneritore ad Anhovo, la riconversione della centrale elettrica A2A di
Monfalcone, la produzione di asfalto a Vrtojba e la diga sul Tagliamento dimostrano l’urgente
necessità di proteggere la nostra terra e le nostre comunità. Siamo solidali con tutti i
movimenti che lottano per preservare il futuro dei nostri territori.
Oltre a tutto questo crediamo fortemente che i problemi della nostra società siano collegati e
per questo appoggiamo un approccio intersezionale di sostegno alle varie lotte. Siamo
contrari ai CPR (Centri per il rimpatrio) come quello presente a Gradisca d'Isonzo.
Sosteniamo i movimenti per la Palestina e il Libano e ci opponiamo a tutte le guerre e ai
massacri in corso. Vogliamo costruire una società transfemminista, finalmente libera dal
patriarcato. Ci opponiamo a ogni mafia, al fascismo, al razzismo, al colonialismo, all’abilismo
e alla queerfobia. Ci battiamo per un lavoro dignitoso e ben retribuito per tutti, per l’accesso
alla sanità pubblica e per il diritto allo studio. Saremo sempre contrari alla marginalizzazione
e alla repressione, sempre più frequente e incarnata perfettamente nel nuovo decreto
sicurezza ddl 1660 che denunciamo a gran voce.
Per tutto questo scenderemo in corteo il 26 ottobre fra Gorizia e Nova Gorica come Fridays
For Future e assieme a realtà di entrambi i confini come Extinction Rebellion e Mladi za
podnebno pravičnost."

A riferirlo Fridays for Future ed Extinction Rebellion. foto attivisti