Migranti, Fedriga: «Fvg sostiene diritto di rimanere in Paesi d'origine»
Aggiornare il quadro normativo regionale inerente gli interventi di promozione, a livello regionale e locale, delle attività di cooperazione allo sviluppo e partenariato internazionale al fine di renderlo più coerente al contesto nazionale e internazionale in cui si trova ad operare l'Amministrazione regionale, favorendo in particolare il diritto dei migranti di rimanere nel proprio Paese d'origine. È questo l'obiettivo del disegno di legge approvato oggi dalla Giunta regionale, che introduce alcune modifiche alla legge regionale 19/2000 e sarà ora sottoposto al vaglio del Consiglio regionale. "Le attività di cooperazione allo sviluppo e partenariato internazionale della Regione devono essere attuate in sinergia con le linee di indirizzo del Ministero agli affari esteri e cooperazione internazionale, anche per quanto concerne il fenomeno migratorio. In tale contesto dobbiamo quindi tenere conto del diritto delle persone di rimanere nel proprio Paese di origine con adeguate qualità di vita e con la libertà di non migrare e sostenere il diritto al ritorno volontario assistito e alla reintegrazione nella propria terra di origine dei migranti che oggi si trovano in Friuli Venezia Giulia". Come ha spiegato Fedriga "con questo disegno di legge viene rinforzata la regia regionale delle attività di cooperazione internazionale e si conferma che le iniziative saranno realizzate attraverso specifici bandi ad evidenza pubblica rivolti a soggetti pubblici e privati operanti in Friuli Venezia Giulia. L'azione della Regione non può evitare di tenere conto dei bisogni dei migranti che, non avendo trovato modo di concretizzare le proprie aspirazioni, desiderano ritornare al proprio Paese, avviandovi una propria attività. In tale modo favoriamo lo sviluppo di rapporti economici con le regioni d'origine dei migranti e al contempo riduciamo il peso economico dell'accoglienza, che grava sui Comuni". Il documento prevede la riduzione del numero di partecipanti al Comitato regionale per la cooperazione allo sviluppo e il partenariato internazionale, che sarà composto dal presidente della Regione (o un suo delegato), dal direttore del servizio competente, da un rappresentante designato di concerto tra le tre università regionali e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) Cro Aviano e Burlo Garofolo, un esperto di comprovata esperienza nel settore, nominato dal Consiglio regionale e un rappresentante dei Comuni. Il disegno di legge sancisce, inoltre, la creazione un sistema di coordinamento tra i soggetti coinvolti nelle attività di cooperazione internazionale, che sono attuate in conformità con quelle attuate a livello nazionale.