Trieste fuori dalla lista delle città più pericolose d'Italia: il crimine cresce altrove

Trieste fuori dalla lista delle città più pericolose d'Italia: il crimine cresce altrove

Mentre Milano, Roma e Firenze si confermano le città più esposte alla criminalità, Trieste resta fuori dalla classifica dei centri urbani più pericolosi d'Italia. A confermarlo è l'analisi realizzata dall'Unicusano, che ha fotografato l'andamento dei reati nel 2023, evidenziando un aumento del +10% per i crimini digitali e del +3,8% per i furti in abitazione.

Criminalità in crescita: Milano e Roma le più colpite

I dati raccolti mostrano che Milano guida la classifica con 7.093 denunce ogni 100.000 abitanti, seguita da Roma con 6.071 e Firenze con 6.053. A seguire Rimini, Torino e Bologna, confermando che i grandi centri metropolitani e le città a forte vocazione turistica sono le più esposte ai fenomeni di criminalità.

Trieste: sicurezza ancora sotto controllo

Al contrario, Trieste non compare tra le città più pericolose, nonostante le preoccupazioni espresse negli ultimi mesi in merito all'aumento della microcriminalità. Sebbene siano state adottate misure straordinarie come le "zone rosse", i dati confermano che il capoluogo giuliano non rientra nelle aree più critiche d'Italia.

Tipologie di crimini in aumento

Secondo l'infografica dell'Unicusano, i reati contro il patrimonio, come furti e truffe, rappresentano il 35% delle denunce. I reati contro la persona, che includono violenze e minacce, ammontano al 12%, mentre il cybercrime segna un incremento del 10%, diventando una delle nuove frontiere della criminalità.

Una sfida in evoluzione

La criminalità si adatta ai tempi e diventa sempre più sofisticata. L'analisi evidenzia come la sicurezza urbana non possa limitarsi a misure emergenziali, ma debba evolversi con strategie innovative e approcci multidisciplinari. In questo contesto, Trieste sembra ancora mantenere una condizione di relativa sicurezza rispetto ad altre realtà italiane, pur con la necessità di costante attenzione.

foto sebastiano visintin