“Sessanta euro e manco una confezione decente!”: il baccalà triestino accende il dibattito
Il Natale triestino è sinonimo di tradizioni, e il baccalà mantecato è uno dei protagonisti indiscussi delle tavole festive. Quest’anno, però, il piatto simbolo delle festività è al centro di una polemica nata dalla segnalazione di un cittadino che ha acquistato il baccalà presso un noto buffet della città.
“Go capido che i locali ga de guadagnar, ma sessanta euro al chilo per el baccalà me par eccessivo. O sbaio?” ha dichiarato il triestino. Ma non è solo il prezzo a generare malumori: il cliente ha anche criticato il confezionamento. “Una volta ghe davano una borsa de tela col nome del buffet, sto anno un sacchetto per l’umido e via. No xe più come prima!”
Un dibattito che divide la città
La segnalazione ha acceso un acceso dibattito tra i triestini. Molti hanno espresso perplessità sul costo, ritenendolo troppo elevato per un piatto simbolico, mentre altri hanno sottolineato che il prezzo può riflettere la qualità del prodotto.
“Sessanta euro xe da ristorante stellato, no da buffet. Anche se el baccalà xe sempre bonissimo, xe un costo che fa pensare,” ha commentato un altro cittadino. Dall’altra parte, c’è chi difende i locali: “Preparare el baccalà no xe un lavoro semplice. Se te vol el mejo, xe giusto che te paga, ma ghe voria anche più cura nella confezione.”
Il baccalà e la tradizione triestina
Il baccalà mantecato non è solo una pietanza, ma un simbolo culturale e culinario per Trieste. Acquistarlo presso i buffet locali è un rito natalizio che unisce le famiglie triestine da generazioni. Tuttavia, il passaggio da un prezzo accessibile a cifre più alte sta trasformando questa usanza popolare in un lusso per pochi.
Negli anni passati, i buffet fornivano il baccalà in eleganti borse di tela personalizzate, aggiungendo un tocco speciale all’esperienza d’acquisto. Quest’anno, il passaggio a un sacchetto semplice ha deluso molti clienti, influenzando negativamente la percezione del prodotto.
Riflessioni sul rapporto qualità-prezzo
Il vero nodo della polemica sembra essere la discrepanza tra il prezzo e l’esperienza complessiva. Se il costo è giustificato dall’alta qualità del baccalà, il confezionamento meno curato ha lasciato l’amaro in bocca a molti. “Se spendo 60 euro, me aspetto anche una presentazione all’altezza. El sacchetto dell’umido no xe accettabile, soprattutto per un piatto così speciale,” ha concluso il triestino.
Un richiamo alla cura del cliente
Questa polemica offre un’importante riflessione per i locali triestini: la qualità del prodotto deve sempre essere accompagnata da un’attenzione ai dettagli che valorizzi l’esperienza del cliente. Tradizioni come il baccalà non sono solo un piatto, ma un modo per rafforzare il legame tra i locali storici e la comunità.
Garantire la soddisfazione dei clienti è fondamentale per mantenere viva questa tradizione, evitando che il simbolo natalizio per eccellenza diventi motivo di divisione.