«Mi digo: no ste parlar dei vostri averi!» L'appello di un triestino dopo i furti agli anziani

«Mi digo: no ste parlar dei vostri averi!» L'appello di un triestino dopo i furti agli anziani

“Mi digo tutti ste notizie de furti e truffe ai veci. Ma mi non volessi che sia fatto da qualchedun che li conossi o che parla con lori”: comincia così la riflessione amara ma lucida di un triestino, raccolta dopo l’ennesimo episodio di truffe ai danni di persone anziane. Una voce comune, quella di chi ogni giorno viaggia in autobus e osserva scene che a molti sfuggono.

L’uomo, autista da anni, racconta di sentire spesso anziani che si confidano con estranei sui mezzi pubblici: “Parla che ga un nipote, che i ga soldi in casa, i contanti, i gioielli… E mi me domando: ma come fa dopo un truffatore a saver ste robe, se no xe qualchedun che ascolta?”.

“Xe Meio tacere”: un consiglio semplice, ma fondamentale

Non è un’accusa, ma un richiamo alla prudenza. L’autista non punta il dito contro gli anziani, anzi: “Magari i xe soli, ga vogia de parlar… Ma i altri senti. E dopo magari i vedi dove che abiti”. Parole semplici, che però colgono nel segno: la solitudine può diventare una porta aperta per chi ha cattive intenzioni.

Per questo l’appello non è solo agli anziani, ma anche ai parenti e alle famiglie: “Noi altri parenti dovemo far capir che no bisogna parlar dei propri averi, purtroppo, nei posti pubblici”.

Un gesto quotidiano può fare la differenza

L’uomo chiede maggiore attenzione e sensibilità: “Mi lo digo per i veci: no ste parlar con nessun dei vostri averi e se gave nipoti e robe. Parlar de queste robe solo con chi se fida”. Perché, purtroppo, anche una semplice chiacchierata può diventare un’informazione preziosa per chi vuole fare del male.

E conclude con un’osservazione che fa riflettere: “Qua magari no ghe xe tanti anziani che legge, ma noi altri sì. E noi altri gavemo el dovere de proteggerli”.

foto sebastiano visintin