«Ma veramente a qualchedun ghe piasi sto caldo???», sfogo social di un triestino stremato dal caldo
«Ma veramente a qualchedun ghe piasi sto caldo??? 🔥» – il post apparso in queste ore su Facebook sta diventando virale tra i gruppi cittadini. Un semplice sfondo rosso fuoco, una frase in dialetto che sa di sfogo popolare, e un’emoji che non lascia spazio a dubbi: l’estate è iniziata, e con essa, la guerra contro l’afa.
L’autore, un triestino DOC che si firma Furio, è riuscito a canalizzare il pensiero di migliaia di concittadini, soprattutto dopo le temperature bollenti registrate in questi giorni sul litorale giuliano. Il suo è un urlo esasperato quanto sarcastico, che racchiude in poche parole l’umore generale: «ghe piasi? Ma chi???».
🌞 Caldo torrido e ironia da social: Trieste si divide (ma non troppo)
La domanda, posta in dialetto per essere ancora più efficace e “autentica”, è diventata un perfetto specchio del malessere collettivo. Nelle decine di commenti al post, si alternano lamenti ironici, meme, gif animate con pinguini e condizionatori volanti, e qualche coraggioso che ammette: «A mi sì, a mi me piasi!». Rincorso immediatamente da risposte che vanno da «Sicuro che te stai ben?» a «Te si da ricovero?».
Chi abita a Trieste lo sa bene: il vento può regalare giornate da cartolina anche con 30 gradi, ma quando la brezza cala e l’umidità sale, la città si trasforma in una fornace. E il pensiero corre subito a chi lavora nei cantieri, ai conducenti dei bus, agli anziani bloccati in casa e ai turisti che si avventurano sotto il sole delle 14, armati solo di ombrellini da cocktail.
🔥 I social come valvola di sfogo... e di ironia
Non è la prima volta che da un semplice post ironico nasca una piccola “rivolta digitale”: già lo scorso anno, un’altra frase in dialetto su un cartello lasciato in ascensore («Se continuemo cussì ghe vien l’estate sul serio!») aveva fatto sorridere i triestini. Ora, con l’ondata di calore che non dà tregua, la battaglia si combatte a colpi di post, battute e rimedi della nonna.
Il “meme dialettale” lanciato da Furio non è solo uno sfogo: è anche un invito alla condivisione e all’umorismo, che a Trieste – anche sotto 35 gradi – non manca mai.
foto sebasrtiano visintin