Friuli Venezia Giulia, sempre più famiglie chiedono prestiti per studiare
Anche in Friuli Venezia Giulia si fa sentire il peso del caro-scuola e delle spese universitarie. Zaini, libri e materiale scolastico possono arrivare a superare i 1.300 euro a studente, una cifra che spinge sempre più famiglie a rivolgersi ai prestiti personali per non rinunciare all’istruzione dei figli o a percorsi di formazione post-universitaria.
Secondo le elaborazioni di Facile.it e Prestiti.it, negli ultimi 12 mesi in Italia sono stati erogati 370 milioni di euro di prestiti destinati a scuola, università e corsi di formazione, con un incremento del 15% rispetto all’anno precedente. Una tendenza che interessa anche il Friuli Venezia Giulia, regione con una forte presenza di studenti universitari a Trieste e Udine, e numerosi percorsi di formazione post-laurea che attraggono giovani e professionisti da tutto il territorio.
Quanto chiedono gli studenti e le famiglie
In media, i richiedenti puntano a ottenere circa 6.916 euro, cifra in aumento del 3% su base annua. Non solo genitori: quasi una domanda su tre arriva da under 30, segno che molti ragazzi e ragazze in FVG scelgono di investire direttamente sul proprio futuro formativo.
Donne protagoniste anche in regione
Particolarmente significativo il dato di genere: il 45% delle domande di prestito per lo studio arriva da donne, una percentuale molto superiore a quella dei prestiti personali generici, dove oltre il 70% delle richieste proviene da uomini. Anche in Friuli Venezia Giulia molte donne scelgono il finanziamento per master, corsi di specializzazione o riqualificazione professionale, spesso per rientrare più preparate nel mondo del lavoro dopo periodi di maternità o di pausa occupazionale.
Studio come investimento per il futuro del territorio
«Il fatto che siano soprattutto i giovani e le donne a ricorrere ai prestiti per la formazione – spiegano da Facile.it – dimostra che cresce la consapevolezza del valore dell’istruzione come investimento. In una regione come il Friuli Venezia Giulia, dove università e centri di ricerca rappresentano un patrimonio strategico, si tratta di un segnale positivo di fiducia verso il futuro».