“Chi inquina deve pagare, non i poveri”, la stoccata del triestino Abel Gambini all’Europa e all’Italia (VIDEO)
Nella diretta serale di Trieste Cafe condotta da Luca Marsi, ospite protagonista è stato Abel Gambini, giovane ambasciatore del Patto Climatico della Commissione Europea. Triestino, classe ’98, Gambini ha raccontato la sua esperienza nelle istituzioni europee e il suo impegno per sensibilizzare l’opinione pubblica, le scuole e i decisori politici sull’urgenza della lotta al cambiamento climatico.
Il Social Climate Fund e la lotta alle disuguaglianze ambientali
Durante l’intervista, Gambini ha spiegato l’importanza del Social Climate Fund, un fondo europeo da 86 miliardi pensato per aiutare le famiglie meno abbienti a sostenere la transizione ecologica. “Chi inquina deve pagare, e quei soldi devono andare a chi ha meno, per permettere anche ai più poveri di accedere a elettrodomestici efficienti, pannelli solari, mobilità sostenibile”, ha dichiarato. La sfida, ha detto, è rendere accessibili le scelte green anche a chi oggi non può permettersele.
L’Europa ascolta i giovani, l’Italia molto meno
Nel suo intervento, Gambini ha raccontato come in Europa i giovani siano realmente ascoltati. “Al G7 di Torino e nei dialoghi con i commissari europei siamo riusciti a far passare alcune proposte. In Italia, invece, spesso ci si sente dire: ‘sei troppo giovane per parlare’”, ha denunciato. Una distanza culturale che penalizza le nuove generazioni, spesso escluse dai tavoli decisionali.
Gesti quotidiani e consapevolezza: il cambiamento parte da ognuno di noi
L’ambasciatore ha voluto anche sottolineare come ognuno possa fare la propria parte ogni giorno: ridurre il consumo di carne, usare i mezzi pubblici, spegnere le luci, chiudere i rubinetti. “Sembra poco, ma se lo facciamo tutti, cambia tutto”, ha detto. Ha poi aggiunto: “La voce va fatta sentire, anche se ci chiamano Greta Thunberg dei poveri. È nostro dovere morale”.
L’Italia indietro su clima e rinnovabili: “Serve più coraggio”
Confrontando l’Italia con altri Paesi europei, Gambini ha tracciato un quadro critico: “Rispetto a Norvegia, Svezia o Danimarca siamo molto indietro. In Italia parlare di pale eoliche o idrogeno sembra fantascienza, mentre lì è quotidianità. Eppure dobbiamo farlo, perché il tempo stringe”. Ha anche criticato i sussidi ancora destinati ai combustibili fossili: “Il nostro ministero continua a finanziare ciò che dovrebbe dismettere. È un errore grave”.
Prossime tappe: Bari e nuovi eventi in tutta Italia
Tra pochi giorni, Gambini parteciperà a un incontro nazionale a Bari con altri ambasciatori del Patto Climatico, per discutere del pacchetto Omnibus e difendere le politiche ambientali europee dai tagli legati alla spesa militare. “Temiamo che i fondi per il clima vengano ridotti in favore del riarmo. È una battaglia che continueremo a combattere”, ha assicurato.
Una voce triestina per il futuro dell’Europa
Con passione e competenza, Abel Gambini ha dimostrato quanto Trieste sappia esprimere figure capaci di incidere a livello europeo, e quanto la questione climatica sia oggi una sfida culturale, politica e sociale. “Non faccio questo per visibilità, ma perché lo sento mio. Voglio lasciare qualcosa alle generazioni che verranno”, ha concluso. Una testimonianza forte, che ha acceso riflessioni profonde in una diretta ricca di contenuti e spunti per il futuro.
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