Pensiline coperte alle fermate: da San Vito parte la richiesta al Comune

Pensiline coperte alle fermate: da San Vito parte la richiesta al Comune

Una richiesta chiara e concreta, che arriva dal cuore del rione di San Vito e punta dritto a migliorare il servizio di trasporto urbano per i cittadini. A scrivere alla redazione di Trieste Cafe è Adriano O., ex consigliere circoscrizionale, che torna a sollecitare l’installazione di pensiline coperte alle fermate degli autobus in via Colautti, via Franca e via Hermet, zone densamente abitate e sprovviste di ripari adeguati in caso di pioggia o sole intenso.

“Confido che tale segnalazione venga presa in considerazione – scrive – anche alla luce di precedenti richieste circoscrizionali che, in passato, avevano portato a interventi concreti, specialmente nell’area della stazione centrale”. La speranza è che l’Amministrazione comunale possa dimostrare la stessa attenzione anche oggi, investendo in comfort e dignità per l’attesa dei mezzi pubblici.

Un appello alla sensibilità civica

Non si tratta solo di una questione estetica, ma di qualità della vita urbana: nelle giornate di maltempo o in piena estate, l’assenza di una pensilina può rendere disagevole o addirittura impossibile usufruire del trasporto pubblico, specie per anziani, bambini e persone fragili. “Le pensiline – ricorda l’ex consigliere – sono un segno tangibile di civiltà e attenzione al cittadino”.

Il tema delle fermate coperte era stato già affrontato in passato con risultati apprezzabili: ora, però, viene rilanciato con urgenza anche per altre zone della città ancora prive di questi presìdi minimi.

San Vito chiede attenzione

Il rione di San Vito, storico e densamente popolato, merita secondo il promotore della segnalazione una maggiore cura nelle dotazioni di arredo urbano, specie in un contesto cittadino in cui si sta cercando di incentivare l’uso del mezzo pubblico anche in chiave ecologica.

Via Colautti, via Franca, via Hermet: tre nomi, tre fermate, tante persone che ogni giorno aspettano l’autobus senza un riparo. “Un piccolo intervento – conclude la lettera – che farebbe una grande differenza nella vita quotidiana dei cittadini”.