Musica e movida notturna, un lettore sbotta: “Noi lavoriamo, ma non possiamo dormire”
Non si placano le polemiche sul tema della movida notturna. Una nuova segnalazione giunta alla nostra redazione riaccende il dibattito sul delicato equilibrio tra diritto al divertimento dei più giovani e diritto al riposo dei residenti. A parlare è un cittadino, che in poche righe ha espresso frustrazione e esasperazione: «Ogni due giorni – scrive – si sentono le lamentele del popolo della notte. Questi ragazzi pretendono musica e balli fino alle tre di notte, perché sono giovani. Poi tanto vanno a dormire fino a mezzogiorno».
“E noi che ci alziamo alle sette?”
Il lettore sottolinea come la vita notturna impatti fortemente su chi ha orari e ritmi differenti: «Il restante 90% si deve alzare alle sette per andare a lavorare. E spesso a mantenere proprio quei giovani che fino a notte fonda fanno festa sotto casa nostra».
“C'è chi si lamenta perché non ci sono discoteche: allora apritele”
Nel mirino anche chi pubblicamente chiede più locali notturni e discoteche in città: «Un vostro opinionista si lamenta perché non ci sono discoteche. Ma poteva tener aperta la sua. Oggi i costi sono eccessivi, la gente di notte è cambiata. Non si può pretendere che tutto ruoti attorno alla musica fino all’alba».
La proposta: “Costruite una discoteca in zona industriale”
La lettera si conclude con un’idea concreta, provocatoria ma pragmatica: «Abbiamo una zona industriale enorme: fatevi lì una bella discoteca. Così potete ballare fino alle cinque del mattino senza disturbare nessuno, e noi possiamo almeno dormire sette ore per essere operativi il giorno dopo».
“Povera Trieste…”
Un messaggio che richiama il bisogno di trovare una mediazione tra esigenze generazionali diverse, senza che a pagarne il prezzo siano sempre gli stessi. «Povera Trieste», chiude amaro il lettore, con un’espressione che è più di uno sfogo: è la richiesta di regole, rispetto e convivenza civile. foto di repertorio