Comitato a Difesa della Costituzione Trieste; «Cinque Sì per difendere la Costituzione»
Un appello forte e convinto a recarsi alle urne e a votare cinque Sì. È quello lanciato dal Comitato a Difesa della Costituzione di Trieste (CDC), che in vista della consultazione referendaria dell’8 e 9 giugno, rilancia il proprio storico motto: «La Costituzione va applicata, non stravolta.»
Nel documento firmato da Geni Sardo e Tommaso Russo per il Comitato a Difesa della Costituzione, si sottolinea come i cinque quesiti proposti siano perfettamente coerenti con i principi fondanti della Carta costituzionale, in particolare con l’articolo 1 – che sancisce che «l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro».
I quesiti: reintegro, contratti, sicurezza e cittadinanza
I primi quattro referendum riguardano temi legati al mondo del lavoro: il reintegro in caso di licenziamento illegittimo, i limiti al rinnovo dei contratti a termine, la sicurezza nei subappalti. Si tratta – spiegano i promotori – di interventi volti a eliminare storture legislative che, secondo il CDC, compromettono i diritti dei lavoratori e la loro dignità.
Il quinto quesito si concentra invece sul tema della cittadinanza agli stranieri, riportando l’attenzione sull’articolo 3 della Costituzione, che tutela la partecipazione di tutti i lavoratori alla vita sociale e politica del Paese. Il CDC ricorda che fino al 1992 erano richiesti 5 anni di residenza per ottenere la cittadinanza, un periodo che oggi appare più che ragionevole alla luce del contributo economico e previdenziale dato dai lavoratori stranieri in regola.
La critica all’astensionismo e alle cariche istituzionali
Il Comitato esprime anche preoccupazione per gli appelli all’astensione lanciati da figure istituzionali, tra cui il Presidente del Senato e il Presidente della Regione. In un contesto segnato da un forte calo della partecipazione elettorale e da leggi percepite come penalizzanti per il diritto di scelta, il referendum viene indicato come l’unico strumento diretto rimasto in mano ai cittadini per incidere concretamente sulle decisioni legislative.
«Il voto non è solo un diritto, ma un dovere civico. Andare al mare è giusto, ma dopo aver votato cinque volte Sì», si legge nella conclusione dell’appello.
Il messaggio del CDC di Trieste si colloca nel solco di una tradizione civica attiva e impegnata, con l’obiettivo dichiarato di difendere la centralità del voto e il rispetto dei principi costituzionali nel contesto democratico attuale.