ANPI Trieste contro Giunta: "Accostare partigiani ed esponenti fascisti è una vergogna"

ANPI Trieste contro Giunta: "Accostare partigiani ed esponenti fascisti è una vergogna"

In occasione del 4 novembre, verrà posizionata a Trieste una targa commemorativa con i nomi di tutte le medaglie d'oro di origine triestina, istriana, fiumana e dalmata. Questa iniziativa, che avrebbe potuto rappresentare un tributo alla memoria storica, ha però suscitato polemiche, in particolare da parte dell'ANPI/VZPI, che esprime forti riserve riguardo alla scelta dei nomi inclusi nella targa.

Dichiarazioni di Fabio Vallon, presidente ANPI Trieste

Fabio Vallon, presidente del comitato provinciale ANPI/VZPI Trieste, ha espresso il proprio disappunto, sottolineando che la targa accomuna nomi di partigiani e di esponenti fascisti. “Non è accettabile che il nome della partigiana ebrea Rita Rosani venga accostato a quello del vergognoso Nicolò Giani,” afferma Vallon. Giani, noto fascista e redattore de La Difesa della Razza, morì in una guerra di aggressione fascista sul fronte greco. ANPI considera questa vicinanza tra figure della Resistenza e figure fasciste un grave errore, non solo per la memoria storica ma anche per il rispetto verso i caduti per la libertà.

Eroi della Resistenza e fascisti affiancati: la critica di ANPI

Nella targa saranno presenti nomi come quelli dei partigiani Frausin, Colarich, Forti, Curiel e Reti, accostati a figure come Codermaz, già coinvolto nell’aggressione alla Somalia del 1935, e Granbassi, che sostenne il colpo di Stato di Franco in Spagna. “Non si tratta di memoria o pacificazione,” afferma Vallon, “ma di un tentativo di riscrittura della storia che rischia di cancellare il sacrificio di chi lottò per la nostra libertà.”

La posizione dell'ANPI sulla memoria storica

Per l’ANPI, questa iniziativa rappresenta un’offesa alla memoria della Resistenza, con il rischio di ridurre il tributo ai partigiani accomunandoli a chi invece sostenne l'oppressione. “Accostare nomi di partigiani e di esponenti fascisti è inaccettabile,” conclude Vallon, definendo l’iniziativa una distorsione dei valori e della memoria di chi lottò contro la dittatura.