Dalle rive dell’Adriatico ai colossi d’Asia: gli alpinisti triestini scrivono una nuova pagina di storia
È partita oggi la grande avventura “swat gars 2025”, un progetto che unisce passione per l’alpinismo, ricerca esplorativa e impegno ambientale. Sette soci del gruppo alpinisti rocciatori sciatori (gars) della società alpina delle giulie – sezione di trieste del cai hanno preso il volo verso il pakistan per affrontare una sfida che profuma di epica e di futuro.
Il team, composto da lorenzo adamo, mauro bologna, mauro dall'argine, mauro florit, giorgio gregorio, paolo pezzolato e giulio valenti, sarà impegnato nella regione dello swat, un territorio ancora poco conosciuto e carico di fascino, situato ai margini delle grandi catene himalayane.
due anime di un’unica missione
Il gruppo si dividerà in due squadre, ciascuna con obiettivi diversi ma complementari. Adamo, bologna, gregorio e valenti si dedicheranno alla tracciatura di un nuovo itinerario di trekking, documentando il percorso con foto e rilievi che arricchiranno una guida firmata da carlo alberto pinelli, fondatore di mountain wilderness e punto di riferimento mondiale dell’alpinismo etico. Parallelamente, proveranno a tentare la scalata di alcune vette comprese tra i 5000 e i 5500 metri, mai salite prima.
Dall’argine, florit e pezzolato, invece, cercheranno di aprire una parete di granito inviolata, lo scudo di diwangar, un impressionante bastione di 700 metri che si estende per oltre 10 chilometri: un colosso naturale mai sfidato da corde e chiodi. In quest’area verrà inoltre individuata una zona da attrezzare come palestra di arrampicata, utile per la formazione delle future guide locali.
tra avventura e responsabilità
L’impresa sportiva si intreccia a un progetto culturale e ambientale di respiro internazionale. Le montagne dello swat sono infatti minacciate da un turismo di massa poco rispettoso, che rischia di replicare gli errori già visti su altre celebri vette himalayane. mountain wilderness lavora da anni per preservare l’area e trasformarla in un laboratorio di turismo sostenibile, affidato alle comunità locali.
In quest’ottica, il gruppo triestino non si limita a scalare, ma contribuisce a un processo più ampio: creare opportunità economiche e sociali per le popolazioni del posto, formando guide di trekking e alta quota, capaci di accompagnare alpinisti ed escursionisti in un’esperienza autentica e rispettosa dell’ambiente.
un ponte tra trieste e il pakistan
Il progetto vede il sostegno della società alpina delle giulie aps e del club alpino italiano, con lo scarpone come media partner. Non manca il supporto di mountain wilderness international, che ha reso possibile la partecipazione di ibrar khan, giovane guida pakistana formata in uno dei corsi organizzati dall’associazione nel 2018. Tra gli sponsor tecnici figura anche ferrino, che ha fornito materiali indispensabili per la spedizione.
un’avventura di 12 giorni
I sette soci gars resteranno tra le montagne dello swat fino al 23 settembre, dodici giorni intensi tra esplorazioni, aperture di vie e attività di documentazione. Il loro lavoro sarà un tassello importante per il futuro della regione e un orgoglio per l’alpinismo triestino e italiano.
Come sottolineano gli organizzatori, “non si tratta solo di scalare montagne: si tratta di costruire un futuro sostenibile, dove la bellezza naturale diventa opportunità e responsabilità condivisa”.