Trieste vista da chi è appena arrivato: “una città bellissima, ma ancora chiusa nel dialogo”
Trieste è una città che incanta al primo sguardo, ma che talvolta mette alla prova chi arriva da fuori. A raccontarlo è una signora che da poco si è trasferita nel capoluogo giuliano e che ha affidato ai social una riflessione semplice, diretta, ma capace di far discutere. Non una polemica, bensì un invito, espresso con toni pacati e sinceri.
Nel suo intervento parla di una “chiusura di dialogo come una pietra”, una sensazione percepita nella quotidianità, soprattutto nei piccoli gesti. Camminare in centro, salutare, e non ricevere risposta. Episodi che, ripetuti, finiscono per costruire un’impressione di distanza, di riservatezza estrema, che può essere letta come freddezza da chi non conosce ancora i codici non scritti della città.
La signora tiene però a chiarire il senso delle sue parole: nessuna accusa, nessun rancore. Solo la constatazione di una realtà che, a suo avviso, potrebbe essere migliorata con poco. “Apritevi, gente”, scrive, ricordando come chi arriva da fuori non porta via nulla, ma al contrario contribuisce alla vita cittadina, anche semplicemente vivendo, frequentando, spendendo, partecipando.
Il messaggio è accompagnato da un augurio di buone feste, segno di un approccio positivo e costruttivo. Non c’è richiesta di cambiare identità o carattere, ma il desiderio di un dialogo più spontaneo, di un saluto restituito, di uno scambio umano che renda Trieste ancora più accogliente.
Un punto di vista esterno che, proprio perché tale, diventa uno specchio. Non per giudicare, ma per invitare a riflettere. Perché spesso sono gli occhi nuovi a vedere ciò che chi c’è da sempre dà per scontato.
Trieste resta una città di grande fascino, storia e personalità forte. Ma forse, come suggerisce questo intervento, può permettersi di concedere qualche sorriso in più. Anche solo per strada.
Foto Sebastiano Visintin