Si fingono Carabinieri e truffano una povera nonnina indifesa di 80 anni

Si fingono Carabinieri e truffano una povera nonnina indifesa di 80 anni

Il 7 agosto u.s. i Carabinieri della Compagnia di Monfalcone hanno sventato una truffa ai danni di una anziana residente a Grado.
Nei mesi di aprile e maggio scorsi si è registrata una recrudescenza di truffe messe a segno con la tecnica dei c.d. “finti Carabinieri e Avvocati”, il cui copione rimane invariato: le vittime, prevalentemente persone anziane, vengono contattate sulla propria utenza fissa o mobile da un sedicente Carabiniere/Avvocato che le informa di un incidente stradale o un problema con la Giustizia in cui è rimasto coinvolto un proprio familiare. 
A questo punto al malcapitato viene chiesto del denaro o oggetti di valore da consegnare a un finto Carabiniere/Avvocato che si presenta poco dopo a casa della vittima per risolvere la controversia (risarcire il danno causato alla controparte, procedere al pagamento delle spese legali o finanche “liberare” il proprio familiare nel frattempo trattenuto in una struttura di una forza di Polizia). 
Le vittime, scosse ed intimorite, acconsentono e poco dopo consegnano i propri averi a chi, in qualità di “esattore”, si è presentato presso la loro abitazione.
Nel primo pomeriggio del 7 agosto, una signora 80enne è stata contattata telefonicamente da un interlocutore di sesso maschile che, fingendosi appartenente all’Arma dei Carabinieri, l’ha informata di un grave incidente provocato dalla nipote. 
Di lì a poco due 24enni, entrambi di origini siciliane, si sono presentati a casa della pensionata in qualità di sedicenti Carabinieri, facendosi consegnare la somma in contanti di 1.630 euro, una collana in oro, una fede nuziale in oro ed un orologio da uomo. 
Dopo avere dato tutti i suoi averi ai due giovani, la donna ha iniziato a sospettare di essere stata truffata ed ha contattato il Numero Unico di Emergenza, raccontando l’accaduto. 
I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Monfalcone e della Stazione di Grado, appresa la notizia, si sono attivati immediatamente ed hanno predisposto un servizio mirato, cinturando di fatto, la zona in cui risultava risiedere l’anziana. 
A non passare inosservato agli operanti è stato il comportamento anomalo e inspiegabilmente nervoso palesato da un giovane che a piedi, dopo avere scorto l’auto in uso alle Forze dell’Ordine, ha tentato maldestramente di disfarsi di una parte della refurtiva in suo possesso, occultata all’interno di una valigetta e della rimanente nascosta sulla sua persona, costituita dagli averi appena trafugati alla vittima del raggiro. 
I militari, prontamente intervenuti, hanno quindi fermato il ragazzo ed il complice che, in macchina, lo attendeva poco distante. 
Entrambi, gravemente indiziati del reato di truffa in concorso, al termine delle incombenze di rito, sono stati arrestati in flagranza di reato e condotti presso il carcere di Gorizia.
È doveroso rammentare che le persone indagate hanno diritto a non essere considerate/indicate colpevoli sino a quando la colpevolezza non sia stata accertata con sentenza o decreto di condanna irrevocabili.
Rimane alta l’attenzione da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Gorizia sul fronte della prevenzione e del contrasto ad un reato particolarmente odioso che colpisce la fascia più vulnerabile della popolazione, sfruttando stratagemmi sempre più fantasiosi, grazie ai quali personaggi senza scrupoli riescono a farsi consegnare somme di denaro e oggetti preziosi.